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La Corte di cassazione

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POTENZA – Resta sequestrata la ditta di costruzioni del genero di Emilio Caprarella, il noto costruttore melfitano in carcere da 2 settimane per espiare una condanna definitiva a 9 anni di reclusione.
Lo ha deciso la Corte di cassazione respingendo il ricorso presentato da Francesco Rocco Avella, amministratore unico della Gospa srls di Melfi contro l’ordinanza con cui ad agosto il Tribunale del riesame di Potenza aveva confermato il sequestro disposto 4 mesi prima dal gip «nell’ambito di un procedimento penale a carico di numerosi soggetti per concorso in trasferimento fraudolento di valori».

La Corte ha bocciato anche la tesi sostenuta dalla procura generale, che aveva chiesto l’annullamento con rinvio dell’ordinanza del riesame.
Per i giudici di piazza Cavour, infatti, il presunto trasferimento fraudolento di valori non andrebbe ricompreso tra le vicende per cui Avella è già a processo assieme al suocero Caprarella, considerato un esponente di spicco del clan mafioso guidato dai fratelli melfitani Angelo e Vincenzo Di Muro, e altri. Pertanto non vi sarebbe il vizio di competenza del gip evocato dalle difese, su cui il procuratore generale si era mostrato concorde.

Quanto al secondo motivo di ricorso avanzato dall’imprenditore, ovvero quello di avere «la sola “colpa” di essere genero di Caprarella», la Cassazione ha parlato di una questione inammissibile.
«La ricostruzione del fatto – hanno spiegato – accerterà l’incidenza ai fini della contestata interposizione fittizia non già del mero rapporto di affinità fra Avella e Caprarella, bensì della vicinanza fra i due, favorita da quella relazione».

Tutto rinviato, quindi, al processo che è in corso davanti al Tribunale di Potenza, in cui sono imputati, per la gestione di alcuni appalti, anche il sindaco di Melfi, Livio Valvano, tutti i membri della giunta in carica a luglio del 2013 (tranne l’ex assessore Rosa Masi), 2 dirigenti del comune federiciano, alcuni imprenditori, e un ex sindaco.

Il sequestro della Gospa srls era scattato, stando a quanto riferito dal procuratore distrettuale antimafia Francesco Curcio, per fermare il tentativo di elusione delle disposizioni in materia di misure di prevenzione patrimoniali da parte di Caprarella.
Assieme alla Gospa erano state sequestrate anche la cooperativa Edil C2, la società consortile Monticiano, la Gida Costruzioni.

Le indagini della sezione criminalità organizzata della Squadra mobile di Potenza e dell’aliquota di polizia giudiziaria della Guardia di finanza avevano evidenziato, peraltro, come due delle quattro società sequestrate avessero «la stessa sede, coincidente a propria volta con il luogo di residenza dei soggetti coinvolti».

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