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Il pm di Potenza Francesco Curcio

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POTENZA – Per il procuratore quelli effettuati nei confronti dell’avvocato Antonio Murano restano accertamenti doverosi. Per i vertici dell’avvocatura potentina, invece, no. Dunque astensione confermata, da parte di questi ultimi, e indagini ancora aperte con l’impegno, del procuratore, a una loro definizione entro una ventina di giorni.

Si è chiuso così, ieri mattina, l’atteso faccia a faccia tra il capo dei pm di Potenza, Francesco Curcio, e i presidenti di Ordine degli avvocati e Camera penale di Potenza, Maurizio Napolitano e Sergio Lapenna.

Raggiunto dal Quotidiano pochi minuti dopo la fine dell’incontro, Lapenna ha confermato la distanza tra le varie posizioni, e le sue personali riserve sulle «modalità» con cui si sono mossi gli inquirenti in questa vicenda. Con l’apertura di un’inchiesta a carico di Murano in seguito a una banale richiesta di rinvio di un’udienza, per un impedimento fisico documentato da un certificato medico. Quindi la comparsa di un medico accompagnato da due carabinieri all’ingresso dell’abitazione dell’avvocato di Rionero, per verificare le sue reali condizioni. E poi l’interrogatorio del figlio e della madre, e il tentativo di acquisire le immagini delle telecamere di sorveglianza del suo studio legale. Il tutto senza che fosse notificato né a Murano né all’Ordine degli avvocati neanche un avviso di garanzia per permettergli di conoscere quale fosse l’accusa ipotizzata nei suoi confronti e provare a difendersi.

Il procuratore avrebbe garantito l’intenzione di accertare anche la difformità emersa tra il verbale sommario dell’udienza “incriminata”, in cui si disponeva «con urgenza» la trasmissione del certificato medico sulle condizioni di Murano in procura, e quello stenotipico, dove il presidente del Tribunale negava la richiesta in tal senso avanzata dal pm presente in aula, Giuseppe Borriello. Una difformità non da poco se si considera che proprio «l’urgenza» di quella trasmissione era stata menzionata dal procuratore in persona, la scorsa settimana, per giustificare la doverosità degli accertamenti avviati seduta stante.

Al riguardo, quindi, Curcio ha annunciato di voler sentire proprio il suo sostituto, Borriello, che era lì assieme a tanti altri avvocati e ha assistito a quanto realmente accaduto.

«Abbiamo avuto un incontro con il procuratore della Repubblica, un confronto cordiale anche se ognuno è rimasto sulle proprie posizioni. Domani incontreremo il procuratore generale D’Alterio». Questo il commento di Lapenna all’Adnkronos.

«Al di là del merito della vicenda su cui non interveniamo – ha aggiunto Lapenna – noi contestiamo le modalità con cui ciò è avvenuto perché minano il rapporto tra Procura e avvocatura. Non è in discussione il merito, la vicenda può essere attenzionata dall’organo inquirente ma a nostro parere con un metodo meno aggressivo. Inoltre abbiamo chiesto chiarimenti sulla discrasia esistente tra il verbale sintetico e quello stenotipico che riporta tutto lo sviluppo dell’udienza. Vogliamo capire perché i verbali sono diversi. Ritengo che in attesa di queste risposte l’astensione non possa essere revocata».

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