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Angelo Salinardi

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POTENZA – Torna al plenum del Consiglio superiore della Magistratura il caso dell’imprenditore ed ex sindaco di Ruoti, Angelo Salinardi, dopo il trasferimento di due magistrati in servizio nel Tribunale di Potenza intercettati mentre gli si rivolgevano in tono confidenziale. Durante le indagini sulla “macchina del fango” attivata dallo stesso Salinardi per colpire i due primi cittadini che gli sono succeduti.

All’ordine del giorno della seduta del 6 dicembre dell’organo di autogoverno delle toghe, infatti, ci sarà una proposta di archiviazione per non meglio precisate censure all’operato dei pm della Procura di Potenza che hanno coordinato le indagini nei suoi confronti: il procuratore capo Francesco Curcio e il pm Giuseppe Borriello. Esposto attribuito al difensore di Salinardi, l’avvocato Pasquale Bartolo, e datato febbraio del 2023.

Nell’ordine del giorno della seduta del Csm si legge che alla base della proposta di archiviazione della pratica vi sarebbe la considerazione che si tratta di «censure ad attività giurisdizionale». Pertanto andrebbero indirizzate all’autorità giudiziaria competente. Ad ogni modo ne sarebbero stati già informati il ministro della Giustizia e il procuratore generale della Corte di cassazione per eventuali profili disciplinari delle circostanze rappresentate.

Contattato dal Quotidiano del Sud, ad ogni modo, l’avvocato Bartolo ha escluso categoricamente di aver indirizzato «esposti» di sorta al Consiglio superiore della Magistratura. Quindi ha spiegato di aver soltanto appreso dell’esistenza di un distinto procedimento a carico del suo assistito a Catanzaro, sede competente per i magistrati in servizio nel distretto lucano, per fatti emersi durante le indagini della procura di Potenza.

Di qui la richiesta ai pm titolari dell’indagine “madre” di chiarimenti rispetto alla mancata trasmissione dell’intero fascicolo nel capoluogo calabrese, come sarebbe previsto dal codice in casi simili. Richiesta inizialmente inevasa, che pertanto è stata reiterata al procuratore generale della Corte di cassazione. Di qui il sospetto che proprio dalla procura della Suprema corte l’istanza in questione possa essere stata trasmessa al Csm per valutare se la condotta dei pm potentini sotto il profilo di una loro eventuale incompatibilità ambientale.

Secondo gli inquirenti, Salinardi e i suoi fedelissimi avrebbero compiuto una serie di atti persecutori nei confronti di Anna Scalise, sindaca di Ruoti dal 2017 al 2022. Atti persecutori consistiti nel rivolgerle insulti di vario tipo e nel diffondere «notizie false anche su possibili relazione adulterine» con l’attuale primo cittadino, Franco Gentilesca, da lei nominato assessore. Ma anche in pedinamenti nei confronti della stessa Scalise e dei suoi familiari, e nella formalizzazione di «innumerevoli denunzie (…) al fine di minarne la reputazione, di paralizzarne l’attività amministrativa ed ottenerne le dimissioni».

L’udienza preliminare del processo a carico dell’imprenditore e dei suoi presunti complici, incluso l’ex consigliere regionale Luigi Scaglione, di recente nominato presidente regionale della Confederazione Italiani nel Mondo, dovrebbe riprendere il 6 febbraio.

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