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La cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario a Potenza

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POTENZA – La sezione lucana della  Direzione investigativa antimafia si farà, avrà sede a Potenza, e sono stati già messi a concorso «18 posti» per completare il suo organico mettendo assieme il meglio degli investigatori delle varie forze dell’ordine presenti sul territorio. E’ quanto dichiarato, ieri, dal Procuratore generale presso la Corte di Appello di Potenza, Armando D’Alterio, durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario lucano, alla presenza anche dei rappresentanti di Consiglio superiore della magistratura  e Ministero della giustizia, Arturo Avolio e Ernesto Caggiano, oltre che del presidente dell’ordine degli avvocati di Potenza Maurizio Napolitano e del governatore, Vito Bardi.

L’annuncio del procuratore generale è arrivato durante il suo intervento, seguito a quello della presidente della Corte d’appello Rosa Sinisi. D’Alterio ha reso merito al procuratore capo di Potenza, Francesco Curcio,  per il «grido d’allarme» lanciato fin dal suo arrivo, quasi 4 anni fa, per l’assenza di una sezione lucana della Dia. Ma ha anche rilanciato sul tema dei presidi territoriali di contrasto al crimine, parlando della necessità di istituire un commissariato di polizia a Lagonegro.  

Rispetto all’andamento complessivo della lotta al crimine nel distretto, invece, il procuratore ha evidenziato  un incremento del 32,27 per cento in un anno delle iscrizioni di reati contro la Pubblica amministrazione. Mentre sono  rimasti sostanzialmente invariati i delitti di tipo mafioso che sono scesi da 27 a 26. Tra gli effetti dell’emergenza sanitaria D’Alterio ha evidenziato l’incremento delle denunce per rapina e usura.

Ma anche per reati «che hanno ad oggetto una indebita percezione di contributi e finanziamenti concessi dallo Stato, dalla Comunità Europea o da altri enti pubblici», che in un anno hanno visto «un incremento delle iscrizioni da 30 a 64 casi». «Questo preoccupa». Ha aggiunto. «Ci si aspetta che con i nuovi flussi finanziari il livello di trasparenza e correttezza delle procedute che presiedono agli stessi sia elevato perché la magistratura penale non può fare tutto da sola». Tra i dati che sono stati pubblicati nella sua relazione, il procuratore ha sottolineato, d’altro canto, il «decremento complessivo dell’82,35 per cento dei reati contro la mortalità pubblica, il buoncostume il gioco e le scommesse». Mentre hanno fatto registrare un incremento complessivo del 31,92 per cento le iscrizioni per i reati di omicidio colposo e lesioni colpose.    

D’Alterio ha illustrato anche il funzionamento della macchina giudiziaria, dal suo punto di vista privilegiato. «Confrontando i dati dello scorso anno, con rifermento al periodo intercorso dal luglio del 2020 al giugno del 2021 – ha dichiarato -, emerge che le sopravvenienze sono diminuite del 5,11 per cento – da 22.797 a 21.633 – con un saldo negativo di 1.164 procedimenti; le pendenze sono diminuite dell’1,25 per cento – da 10.889 a 10.753 – con 136 in meno». Rispetto alla media degli ultimi 21 anni, quindi, il quadro della giustizia penale requirente, nel distretto della Corte di Appello di Potenza: «ha fatto registrare una riduzione delle notizie di reato iscritte pari al 18,41 per cento ed una riduzione delle pendenze del 36,06 per cento».

«Complessivamente – è scritto nella relazione del procuratore – il saldo tra procedimenti sopravvenuti e procedimenti pendenti nell’anno in esame si è concluso con un attivo dello 0,63 per cento». Evidenziato, poi, un decremento delle pendenze riferite al periodo intercorrente tra il 30 giugno 2000, 30 giugno 2021. Mentre è apparsa: «sostanzialmente costante anche la durata media dei procedimenti innanzi alla Procura, con una media di 180 giorni nell’anno in corso rispetto ai 173 di quello precedente».

Tra i fenomeni presi di mira con più attenzione, D’Alterio ha citato, in particolare: «l’esposizione dei minori anche   infraquattordicenni a violenze da parte dei maggiorenni che si   avvalgono di strumenti informatici per entrare in contatto con   gli stessi».  «E’ preoccupante – ha evidenziato – come tramite il web i   predatori seriali riescano a raggiungere i minori situati in   località diverse». Nel corso dell’anno, tuttavia, sarebbero state rilevate anche altre e numerose   fattispecie di «maltrattamenti su minori nell’ambito familiare   dove è stata anche evidenziata una incidenza di   fattispecie caratterizzate da un comportamento del familiare  con disturbi psichiatrici che lo portano ad esercitare   violenza».  

In riferimento ai reati di competenza delle Direzione   distrettuale antimafia (Dda) il procuratore generale ha citato i sequestri preventivi effettuati nell’ultimo anno, per «un valore complessivo di circa 50 milioni di   euro». Quindi ha spiegato che «mentre nel periodo 2017/2018 erano stata   esercitata l’azione penale nei confronti di 15 indagati, nel   periodo attuale è stata esercitata nei confronti di 367   imputati, mentre i soggetti attualmente iscritti   per reati di competenza della Dda, sono cresciuti dai 15 del   2017, a 719 attuali». «Le misure cautelari adottate – ha sottolineato ancora D’Alterio –   sono state 25 a carico di 165 indagati».

Sul tema, tuttavia, il procuratore ha evidenziato l’importanza dell’ultima riforma voluta dal ministro Marta Cartabia, per cui anche la comunicazione alla stampa e ai cittadini di quanto emerso in fase d’indagine dovrà rispettare la presunzione di innocenza delle persone coinvolte. Ieri mattina, dopo l’annuncio di D’Alterio sull’istituzione della sezione lucana della Dia, sono stati diversi i commenti entusiastici per la novità. Tra questi anche quello del promotore della il procuratore capo di Potenza, Francesco Curcio, che ha parlato di «una vittoria per la Procura di Potenza, per l’intera autorità giudiziaria lucana poiché era indispensabile per fare un salto di qualità ulteriore, perché già tante cose sono state fatte». «Questo progetto, che speriamo diventi operativo in primavera – ha concluso Curcio – fa entrare in serie A la Procura di Potenza anche per questo tipo di indagini».  

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