Gildo Claps, Filomena Iemma, Paky Memoli a Salerno
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Il Comune di Salerno intitola una rotonda alla potentina Elisa Claps vittima di femminicidio. Il fratello Gildo: «È la testimonianza di quanto ci sia traccia di lei dopo 30 anni»
Come sempre, a trovare l’espressione che dà il senso di tutto è mamma Filomena: «Salerno ha adottato Elisa». Si riferisce all’intitolazione, sabato 8 marzo, mattina, di una rotonda stradale a Elisa Claps, la figlia, uccisa nel ‘93 da Danilo Restivo, come una condanna emessa proprio a Salerno e passata in giudicato ha stabilito.
LA ROTONDA ELISA CLASP A SALERNO
Filomena Iemma aggiunge, ai microfoni della Tgr Rai: «Forse anche più di Potenza».
E chi ha orecchie per intendere – nel groviglio di aspetti ancora oscuri, nel profondo dell’anima nera di una città, Potenza, che non ha dato sempre il meglio di sé, nonostante il mare di affetto che ha circondato i Claps – intenda.
Il motore dell’iniziativa è Pasqualina “Paky” Memoli, vicesindaca di Salerno, che conosce da tempo la famiglia Claps.
L’IMPEGNO DELLA VICESINDACA MEMOLI PER ELISA CLAPS
Ha raccontato ai microfoni dei cronisti presenti di aver preso l’impegno di omaggiare la memoria di Elisa tempo fa, nel corso di un incontro sui diritti umani svoltosi nel dicembre del 2011 (quindi poco dopo la condanna in primo grado a Restivo, che era dell’11/11/11) a Salerno. Perché quella campana è «la città che ha dato giustizia alla famiglia Claps e soprattutto la pace».
Promessa suggellata da un duplice abbraccio alla propria mamma e alla mamma di Elisa.
La folla radunatasi nei pressi della rotonda del Parco Arbostella – che quindi da ieri si chiama, con tanto di targa, Largo Elisa Claps – ha seguito con grande commozione le parole di Iemma, di Gildo Claps, di Memoli.
E, se le emozioni erano palpabili nello stringersi della comunità d’adozione attorno ai Claps, il senso umano dell’iniziativa traspare anche nei documenti, di solito freddi come la burocrazia sa essere.
Eppure basta leggere la motivazione dell’intitolazione per capire che dentro c’è umanità. Il documento è il verbale di giunta comunale del 6 novembre 2024, “Intitolazione nuove aree di circolazione in zona Pastena e zona Arbostella”.
Si legge con precisione l’ubicazione dell’area interessata, «all’incrocio tra via Remo Tagliaferri, via Picenza, viale Richard Wagner, viale Giuseppe Verdi, via San Leonardo e via Parmenide».
LE MOTIVAZIONI DELL’INTITOLAZIONE A ELISA CLAPS
E questa è la motivazione: «Elisa Claps, figlia di Antonio e di Filomena Iemma, nasce a Potenza il 21 gennaio del 1977. All’età di 16 anni, precisamente il 12 settembre 1993, se ne perdono le tracce, per diciassette lunghissimi anni. Elisa nel 1993 è una giovane studentessa di terzo liceo, con i sogni e le speranze di tutte le sue coetanee. In quella maledetta mattina di settembre corre incontro, inconsapevole, al suo carnefice. Nessuno la vedrà più: scomparsa nel nulla, tra la disperazione dei suoi cari e le ipotesi più disparate.
LA RICOSTRUZIONE DEL FATTO DI CRONACA
Il 17 marzo del 2010 il suo corpo viene rinvenuto per caso da alcuni operai nel sottotetto della Chiesa della Santissima Trinità di Potenza: il luogo del ritrovamento non fa che alimentare quei sospetti da subito emersi diciassette anni prima, in un clima di omertà che la famiglia aveva da sempre denunciato a carico di alcuni religiosi.
La vicenda torna così a fare scalpore, ad indignare tutta la comunità potentina: Elisa è stata ferocemente uccisa con svariate coltellate, e la scena del delitto fa pensare con tutta probabilità che la stessa abbia subito un’aggressione a sfondo sessuale prima di essere martoriata. Il carnefice di Elisa, già coinvolto nelle prime indagini all’epoca della scomparsa della ragazza, verrà in seguito riconosciuto colpevole dell’omicidio, oltre che di un altro che nel frattempo aveva commesso in Inghilterra, sempre a danno di una donna».
Fin qui la ricostruzione.
LA RIFLESSIONE
Ma nel provvedimento trova posto anche una riflessione che fa capire quanto questa storia, in Italia, sia vissuta anche come paradigma di un fenomeno.
«Una drammatica e triste vicenda – si legge alla fine – consumatasi nel lontano 1993, e che va a rimpinguare il triste elenco di quello che oggi, comunemente, definiamo col termine di “femminicidio”».
Un applauso in largo Claps ha donato un sorriso alla famiglia di Elisa. Prima che attorno alla rotonda rimanesse solo il rumore del traffico, lasciando che il nome di Elisa divenga patrimonio di tutti.
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La Chiesa connivente di un efferato omicidio…. E non il primo insieme ad altre nefandezze orribili. RIP Elisa Claps