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La sede dell’associazione

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POTENZA – L’associazione “Avanti gli ultimi” cerca urgentemente una sede. Non dovesse avvenire a breve, rischierebbe di subire un brutto colpo a giorni o, al più, fra qualche settimana. E con l’associazione rischiano di non avere più ausilio oltre 180 famiglie assistite nei loro bisogni alimentari, igienici ma anche culturali e diremmo umani. Un’associazione che si basa sull’altruismo dei cittadini e sull’abnegazione della fondatrice Antonella Tancredi e del marito Giuseppe.

“Avanti gli ultimi” ha una sede precaria in cui ha situato il suo quartier generale chiamato “La Bottega del Sorriso”, locale che si riempie di alimenti e altro attraverso tanti piccoli gesti di generosità: finora è stato possibile occuparla grazie a un comodato d’uso gratuito da parte dei proprietari. Ma il patto era: fino al 17 marzo 2021. La data sta arrivando a passi veloci.

Forse sarà possibile ottenere una minima proroga ma nulla più. E poi, continuare nell’opera quotidiano di aiuto a tante persone in difficoltà economica diventerà un’impresa. «E dire che – assicura Giuseppe – è stato effettuato ogni passaggio dell’iter per chiedere all’amministrazione comunale un locale». Come quelli che vengono spesso assegnati alle associazioni sociali e culturali cittadine.

A Natale i nuclei familiari – di cui Tancredi prende scrupolosamente nota nel suo registro – erano 120. Da allora a oggi ce ne sono sessanta in più. Evidentemente si diffonde la voce: c’è una nuova realtà attiva in città, basata su di un meccanismo-ponte: chi vuole e può, dona. Mai denaro: «L’associazione non accetta soldi, per nessuna ragione», spiega sempre Antonella.

Dunque, arrivano cibo, prodotti igienici, articoli di cancelleria, vestiti. Transitano sul “ponte” dell’associazione e arrivano a chi ne ha più bisogno. La fondatrice – circondata da pochi ma agguerriti volontari – è il centro di gravità attorno al quale gira tutto. A lei si rivolgono le persone, lei sa come aiutarle.
Sul suo cellulare centinaia di messaggi, di richieste di aiuto. E lei scruta nel suo archivio mentale fino a trovare la risorsa utile in quel momento.

E’ un lavoro molto fisico ma anche molto psicologico. Bisogna saper trattare con chi ha difficoltà economica. Soprattutto con chi si ritrova povero quasi dalla mattina alla sera. Poco prima aveva locali commerciali, auto, magari la seconda casa. Poco dopo, non riesce a mettere insieme i soldi per la cena. «Sono spesso persone che non hanno dimestichezza con la povertà» commenta Giuseppe.

La Bottega del Sorriso è stata il punto d’incontro per distribuire pasti caldi e panettoni a Natale, maschere e regali a Carnevale (rispettando tutte le norme anticovid).
Senza bottega, dove finirà la roba accumulata? Quella ancora da accumulare? Dove andrà chi cammina a testa bassa e non vuole incontrare altri che non siano Antonella e i suoi collaboratori?

Tancredi spera che il Comune voglia considerare la possibilità di assegnare all’associazione un locale («O quanto meno rispondere», commenta). «Ma magari può aiutarci l’Ater, l’Azienda di edilizia popolare», aggiunge.
«Tutto – conclude Tancredi – pur di permettere che gli Ultimi vadano Avanti insieme a noi».

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