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POTENZA – C’è tensione nella sede comunale. C’è soprattutto la consapevolezza che la bocciatura, da parte dell’Ufficio sport della presidenza del consiglio, alla domanda per ottenere 700 mila euro da destinare all’impianto di Macchia Giocoli è frutto di un clamoroso errore.
Ha ragione l’amministrazione comunale o, meglio, il gruppo consiliare della Lega, quando afferma che i documenti di cui si contesta la validità sono stati tutti regolarmente presentati. Il problema attiene però alle firme apposte sotto quegli atti.


In pratica: il responsabile unico del procedimento, che è anche il progettista dei lavori, avrebbe firmato congiuntamente sia la verifica preventiva, sia la validazione del livello di progettazione.
Per i profani si tratta di certificazioni che attestano la conformità e l’appaltabilità del progetto. Meglio: la prima accerta che tutti i requisiti siano rispettati, la seconda assicura che siano posti in essere. Questi due documenti non possono essere firmati da chi ha redatto il progetto o dal responsabile del procedimento: lo deve fare un altro soggetto.
Se l’errore è realmente questo appare inutile fare anche il ricorso annunciato. Si è incorsi genericamente in una topica clamorosa che ha fatto perdere alla collettività la ristrutturazione di uno degli impianti sportivi più grandi della città, nonchè di uno di quelli in maggiore stato di degrado e di abbandono.


Per entrare in uno specifico un po’ più tecnico, la domanda per Macchia Giocoli è stata respinta per la violazione (ma non è specificato meglio) di verifica e validazione, ai sensi dell’articolo 26 del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50 (il cosiddetto codice degli appalti). Data per buona la giustificazione dei consiglieri della Lega, ossia che la documentazione è stata trasmessa e che è completa, l’unico inghippo non può che essere questo: la verifica doveva essere firmata da un soggetto diverso dal progettista. Qui è accaduto il contrario ed è questa la violazione contestata (comma 7 art. 26 del codice degli appalti).
E’ giusto sottolineare anche se a questo all’esterno nessuno dà il giusto peso come in tempi recenti il lavoro dell’Ufficio sport del Comune di Potenza, diretto dall’assessore Guma, sia diventato assai difficile e complesso per la mancanza di personale.


Una carenza che inevitabilmente rende complicato fare bene ogni singola cosa e ingolfa inevitabilmente il lavoro dei pochi all’opera. Che possono essere facilmente indotti all’errore.
Nel caso specifico di una somma ingente andata in fumo, se fosse così, è davvero clamoroso.
Si tratta di un’incredibile occasione buttata al vento. Lungi da noi l’idea di puntare l’indice su qualcuno in particolare, ma il “caso Macchia Giocoli” non può passare sotto traccia.


Negli uffici comunali l’aria che si respirava ieri era pesante, probabilmente, proprio in relazione al peso politico che ha assunto questa bocciatura.
Infatti è diventata, oltre che argomento di discussione e di insulto via social, anche dell’apertura di una “partita politica”. Non poteva essere altrimenti.
I consiglieri del centrosinistra Bianca Andretta, Angela Blasi, Roberto Falotico, Francesco Flore, Angela Fuggetta, Rocco Pergola, Pierluigi Smaldone e Vincenzo Telesca, hanno scritto: «E’ l’ennesima occasione persa da una giunta comunale che mostra giorno dopo giorno una siderale distanza tra gli annunci boriosi della campagna elettorale e la dura realtà dei fatti. Risulta particolarmente imbarazzante, inoltre, il silenzio della Destra rispetto a “Potenza Città Europea dello Sport 2022. La città rischia concretamente di perdere l’appuntamento fondamentale con una manifestazione di carattere internazionale. Un evento che avrebbe garantito al capoluogo di regione una vetrina di promozione turistica ed economica. Tutto ciò non è più tollerabile: Guarente e Guma devono rendere conto alla città». E chiarezza chiede anche il consigliere Falconieri del Movimento Cinque stelle.

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