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POTENZA – Dopo la risalita dei ricoveri ai livelli di un mese fa, riapre anche la terapia intensiva del San Carlo di Potenza. Mentre a Pescopagano cresce il timore di un focolaio diffuso dopo che i casi di contagio da covid 19 accertati sono saliti da 23 a 28.
Sono queste le ultime notizie sul fronte lucano dell’emergenza sanitaria, che nella giornata di ieri ha fatto segnare altri 24 nuovi positivi contro appena 3 guariti. Col numero dei lucani tuttora alle prese col virus salito a 718.


In serata è arrivata la conferma del ricovero del primo paziente nella terapia intensiva del nosocomio potentino dopo settimane. Ma è a Pescopagano che si concentrano le preoccupazioni per quello che potrebbe accadere nei prossimi giorni. Resta ancora da capire, infatti, l’estensione del contagio venuto alla luce nei giorni scorsi tra un gruppo di giovani che frequentavano lo stesso locale. E le segnalazioni di alcuni medici generali suggerirebbero che il virus possa aver viaggiato da tempo in paese tra persone che hanno sviluppato tutt’al più sintomi lievi, difficili da riconoscere rispetto a una comune gastroenterite. Per questo nei prossimi giorni sono stati disposti tamponi a tappeto per i residenti che vorranno sottoporsi al controllo arrivando in auto alla postazione allestita per l’occasione.


Intanto, da registrare, c’è anche la prima manifestazione “no pass” a Potenza, dove alcuni striscioni contro la certificazione di avvenuta vaccinazione sono stati esposti in piazza Mario Pagano, ma in pochi hanno risposto all’invito alla mobilitazione. Tra questi anche alcuni animatori del comitato Geco (Genitori consapevoli) Basilicata, contrari alla vaccinazione dei più piccoli.


Ieri sulla questione dei certificati di vaccinazione, che nei prossimi giorni potrebbero diventare obbligatori per poter andare a ristorante, utilizzare i mezzi pubblici e una serie di attività, è intervenuto anche la coordinatrice provinciale giovani Udc Basilicata, Valeria Singetta , per cui «il buon senso e la responsabilità devono essere applicati con regole precise».
«Le regole sono chiare – ha spiegato Singetta – solo finché non si entra nel dettaglio delle situazioni concrete; ad esempio possono nonni vaccinati farsi carico di nipoti i cui genitori hanno contratto il Covid? Può sembrare una domanda banale, ma in realtà traduce uno dei problemi più frequenti con cui si confrontano le famiglie in questi giorni di vacanza».


«E’ questo uno degli aspetti più fastidiosi della nuova ondata della pandemia: l’incertezza delle regole; le contraddizioni tra i diversi interlocutori istituzionali; la mancata preparazione specifica dei medici di famiglia nel rispondere alle domande che i pazienti pongono». Ha aggiunto ancora la coordinatrice provinciale giovani Udc.

«Questa situazione sta scartavetrando il sistema nervoso delle persone, che si trovano ad accettare il sistema delle regole proposto : vaccini con doppia dose , tamponi di controllo, green pass, per documentare la propria buona fede, si sentono comunque vessate dall’incertezza».

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