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POTENZA – Medici dell’azienda ospedaliera regionale San Carlo in viaggio da Potenza, Melfi, Lagonegro, Villa d’Agri e Pescopagano verso i presidi dell’Azienda sanitaria di Matera nella città dei Sassi e a Policoro, e all’incontrario. Per provare a combattere le liste d’attesa e l’emigrazione sanitaria unendo le forze e incentivando economicamente medici e infermieri che decidono, loro per primi, di restare a lavorare in Basilicata.

E’ questo il senso dell’accordo stipulato nei giorni scorsi dal direttore generale del San Carlo, Giuseppe Spera, e dalla sua omologa dell’Asm, Sabrina Pulvirenti. L’accordo ha durata biennale e dovrebbe essere sviluppato, nelle prossime settimane, esaminando le esigenze dell’una e dell’altra azienda, e la disponibilità del personale sanitario di ciascuna a effettuare le trasferte in questione.

Quanto agli aspetti economici, l’intesa distingue tra l’azienda «ausiliata», che è quella a cui viene “prestato” il personale sanitario, dall’azienda «ausiliaria», che è quella che lo presta. Quindi stabilisce che gli oneri per il personale “in prestito” vengano calcolati in maniera inversamente proporzione al valore delle prestazioni effettuate. Chirurgiche e non. Perciò nel caso di un intervento del valore – da tariffario – di meno di 5mila euro, come ad esempio la rimozione delle tonsille, l’azienda «ausiliata» dovrà riconoscere all’azienda «ausiliaria»: il 50% della tariffa per il prestito di un’equipe operatoria completa; il 40% se il prestito è limitato a un medico e un anestesista; e il 30% se il prestito è del solo medico. Mentre per gli interventi del valore superiore a 15mila euro, come ad esempio la sostituzione di una valvola cardiaca, la quota per l’equipe completa scenderà al 25%; quella per medico e anestesista al 20%; e quella per il solo medico al 15%. San Carlo e Asm hanno condiviso anche l’analisi dei dati di mobilità sanitaria da cui è emersa una evidente criticità. Ovvero che il grosso delle prestazioni per cui i lucani si muovono verso strutture di altre regioni «sono relativi a patologie trattate comunemente».

In particolare: «malattie e disturbi del sistema muscolo scheletrico e del tessuto connettivo; malattie e disturbi dell’apparato cardiocircolatorio; malattie e disturbi dell’apparato digerente; malattie e disturbi mieloproliferativi e neoplasie scarsamente differenziate». Di qui l’idea di potenziare l’offerta di cure, mantenendone il livello di prossimità dovuto al numero di strutture presenti sul territorio,  garantendone una maggiore tempestività, tramite l’abbattimento delle liste d’attesa. Ma anche migliorandone la qualità, aumentando l’esperienza  del personale.   L’accordo tra San Carlo e Asm è arrivato mentre si attende ancora la presentazione del testo finale del nuovo piano sanitario regionale.

Nella bozza consegnata ai consiglieri regionali, infatti, si parlava  di istituire «un unico centro ospedaliero regionale» per «la chirurgia e l’ortopedia elettive, per patologie benigne di media e di bassa complessità»  in uno dei presidi ospedalieri periferici già attivi. Quanto ai poli del San Carlo di Potenza, e del Madonna delle Grazie di Matera, che è di competenza dell’Asm, la bozza di piano predisposta dall’Agenas non riproponeva il progetto di accorpamento in un’unica azienda ospedaliera regionale. Ma  suggeriva una loro destinazione agli interventi a complessità maggiore.

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