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I segretari generali lucani di Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil davanti ai cancelli di Stellantis e il volantino che illustra le ragioni dello sciopero

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Allo sciopero unitario dei sindacati dei metalmeccanici aderiscono anche gli operai della Stellantis di Melfi. Quattro ore di stop su ogni turno

POTENZA – E’ il giorno dello sciopero unitario dei sindacati dei metalmeccanici. Quattro ore di stop, su ogni turno, in tutti gli stabilimenti dei metalmeccanici del Centro Sud. Una protesta sulla quale sono fortemente impegnate anche le organizzazioni lucane di Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil, schierate nuovamente insieme sul fronte che, in Basilicata, vede in primo piano la vertenza di Stellantis e del suo indotto.

In proposito, va detto subito che, come hanno fatto sapere ieri le organizzazione sindacali, «a seguito della comunicazione da parte di Stellantis del fermo produttivo sul primo turno del 10 luglio 2023, il presidio davanti i cancelli della Fca-Stellantis, alle ore 10, non si terrà più» e che «lo stesso è previsto alle ore 18 (ingresso B)». Per il resto, rimane tutto sostanzialmente invariato rispetto al programma stilato. «Viene confermato – precisano Fiom, Fim e Uilm – il presidio sotto la Regione Basilicata, sempre alle ore 10. E per lo sciopero sul turno di pomeriggio resta confermato il presidio davanti i cancelli Fca-Stellantis (ingresso B ) alle ore 18».

In pratica, al di là del fermo sul primo turno odierno deciso da Stellantis, i lavoratori dello stabilimento di Melfi stamane “marceranno” su Potenza per presidiare l’area antistante la sede della Regione, in via Verrastro.

Le motivazioni dei sindacati

Nei giorni scorsi, attraverso assemblee nell’azienda e azioni di volantinaggio davanti allo stabilimento di Melfi, i segretari regionali lucani di categoria – Giorgia Calamita, per la Fiom Cgil, Gerardo Evangelista (Fim Cisl) e Marco Lomio (Uilm Uil) – hanno spiegato (LEGGI) il senso della mobilitazione e dello stop di quattro ore in programma oggi e lanciato un appello anche alle istituzioni (nazionali, regionali e locali), oltre che agli esponenti politici in generale, per «portare avanti insieme la battaglia a sostegno della vertenza Stellantis».

Con lo sciopero unitario di oggi, che coinvolgerà, oltre alla Stellantis di Melfi, tutti gli stabilimenti dei metalmeccanici del Centro Sud, i sindacati confederali «chiedono al governo nazionale il rilancio industriale, l’occupazione e gli investimenti per una transizione che sia sostenibile e per risolvere le crisi aperte. Il lavoro nell’industria metalmeccanica e impiantistica – spiegano i sindacati – è da sempre centrale per l’economia del nostro Paese e deve diventare l’elemento propulsore del suo futuro e di un nuovo sviluppo».

Le incognite sul futuro della Stellantis di Melfi

Il destino di Stellantis, del suo indotto e dell’area industriale di Melfi, resta il punto nodale della vertenza dei metalmeccanici lucani. Quella che era un tempo l’azienda più grande delle auto, a Melfi è scesa ormai sotto la soglia delle seimila unità, molti sono i cosiddetti “trasfertisti” (inviati in altri stabilimenti tra proteste dei sindacati), mentre continuano a essere sostenute le incentivazioni per le uscite anticipate dal lavoro. Situazioni più volte denunciate anche da diversi esponenti politici.

Il mese scorso, alla vigilia di un incontro tra il presidente della Regione, Vito Bardi, e il ministro Adolfo Urso, i sindacati hanno inviato anche una lettera aperta. Diverse le questioni poste sul tappeto, a cominciare dalla necessità che, rispetto alla messa in produzione di quattro vetture completamente elettriche, le linee produttive di Melfi vengano ampliate «con ulteriori modelli da produrre a Melfi al fine di aumentare la capacità produttiva che possa garantire il più possibile i livelli occupazionali».

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