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Un autobus di Trotta

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POTENZA – Nuovo capitolo nella storia piuttosto complessa dei trasporti pubblici del capoluogo. Mentre continuiamo a raccogliere critiche e proteste per l’inefficienza del servizio, giovedì scorso si è tenuto in videoconferenza un incontro convocato dal sindaco Mario Guarente, che ha tenuto per sé la delega ai Trasporti.

All’incontro sono stati invitati i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Un incontro che probabilmente puntava a placare gli animi, considerata la situazione piuttosto tesa tra dipendenti e azienda. Ma il risultato è stato completamente diverso e, anzi, ha messo ulteriormente in evidenza anche le profonde spaccature all’interno degli stessi sindacati. Quindi lo sciopero preannunciato per il prossimo 23 aprile è difficile possa essere revocato.

«Noi avevamo chiesto – spiega Antonio Cefola, segretario generale regionale Uiltrasporti – una convocazione così come da accordo del 15 marzo scorso. L’8 marzo abbiamo fatto uno sciopero di 4 ore, il 26 un altro. E già in quelle occasioni abbiamo evidenziato delle precise criticità. Il sindaco avrebbe quindi dovuto convocare subito una riunione con la presenza della società Trotta e la Uiltrasporti per dar corso al tentativo di soluzione delle problematiche evidenziate e eventualmente giungere a un accordo che potesse revocare lo sciopero. Si è invece preferito convocare una riunione generica con più soggetti, senza tener conto che la Uiltrasporti non vi poteva partecipare in assenza di conclusione delle procedure messe in atto».

La Uil, quindi, non ha partecipato. La Filt Cgil, invece, ha denunciato «diversi disguidi tecnici, che non hanno permesso la stessa partecipazione di tutti i sindacati, avvalorando quindi la tesi secondo cui il primo cittadino non mantiene lo stesso rapporto sindacale con tutte le rappresentanze».

Di tutt’altro avviso la Fit Cisl che, invece, accusa i colleghi di faziosità: «Crediamo sia necessario avere uno spirito propositivo e non distruttivo se si vuole costruire un futuro migliore per i lavoratori del servizio urbano di Potenza. Nella riunione è emerso che sono stati previsti dei fondi per la manutenzione e ripristino delle nostre Scale mobili. Si è discusso della possibilità di addivenire a un nuovo accordo di II Livello, che potrebbe portare nuove risorse nelle tasche dei lavoratori e un importante cambiamento nell’organizzazione aziendale».

Ma – spiega Cefola – qui non è una questione di collaborazione: «ci troviamo di fronte a continue violazioni. Ora è il mancato pagamento del Fondo Priamo, poi gli accordi di II livello, poi la questione dell’igiene dei mezzi su cui continuiamo a non avere risposte. E a questo aggiungiamo pure il mancato reintegro – e questo è un atto gravissimo oltre che illegittimo – dei lavoratori licenziati e, anche dopo una sentenza del Tribunale, non reintegrati. Il licenziamento è stato ritenuto illecito e il reintegro doveva essere immediato. E invece ancora nulla. Che dice il sindaco in proposito? Noi più volte abbiamo sostenuto la necessità di trovare una ditta affidataria, che possa garantire il servizio fino a nuovo bando. Del resto un servizio così inefficiente e disorganizzato non è degno di questa città».

Al di là della spaccatura del fronte sindacale, che comunque dimostra una crescente tensione tra lavoratori e azienda, c’è un problema di fondo che è proprio legato all’utenza, sempre più critica nei confronti del servizio. Una disaffezione che si può osservare nei risultati: gli autobus viaggiano vuoti. Non c’è certezza degli orari, dei percorsi. E’ come se non ci fosse dietro un piano organizzativo e gli utenti se ne accorgono. Gli autisti raccontano di corse saltate perché ormai si sa che in alcuni orari non sale nessuno, si effettuano solo le corse dove si sa per certo che qualcuno salirà.

Nei prossimi mesi – ha annunciato il sindaco Guarente la scorsa settimana – si vedranno concretamente i risultati del lavoro svolto negli ultimi 21 mesi. Ci saranno investimenti sui bus, sulle scale mobili, sulle piste ciclabili.
Ma se non si risolvono le continue tensioni interne, il servizio difficilmente sarà mai efficiente. E vincere la diffidenza dei cittadini sarà poi sempre più arduo.

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