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Lo stadio Viviani a Potenza che era in attesa di 7 milioni di euro di lavori

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Da gennaio 2019, quando il Comune di Potenza aderì al Contratto Istituzionale di Sviluppo della Basilicata, ad oggi, quasi 25 milioni di euro hanno perduto la via maestra. L’emergenza Covid ha di fatto bloccato tutto quello che, a partire dalla prima data, era stato prima pensato e poi messo in pratica attraverso studi di fattibilità e progetti tecnici ed economici, eccezion fatta per l’erogazione dei soldi stanziati. Questi, al momento, non ci sono più, spesi dal governo nazionale per interventi sanitari. Per cui tutto quello che era stato messo in preventivo per una serie di interventi rischia di restare lettera morta.

Stiamo parlando del programma di interventi che l’amministrazione del capoluogo aveva candidato all’interno del contratto di sviluppo della Basilicata. Nel dettaglio, proprio a gennaio del 2019, nel periodo in cui Potenza fu nominata città europea dello sport, sorgeva la necessità di adeguare alcuni impianti sportivi, per cui un indirizzo di massima sulla destinazione di tali fondi riguardava appunto il settore sportivo. Ed ecco che 9 di quei 25 milioni di euro erano stati destinati al rifacimento del palazzetto Coni e dello stadio Viviani, rispettivamente per due milioni e mezzo e per sei milioni e mezzo. Due strutture dall’indice di canteriabilità molto alto, trattandosi di edifici già esistenti.

Per completezza, il piano di interventi studiato dall’amministrazione riguardava anche la rigenerazione degli spazi pubblici a Bucaletto con sostituzione fabbricati post sisma e per un nuovo complesso polifunzionale con spazio culturale e centro di aggregazione nello stesso quartiere – per un costo di 10 milioni di euro – e nell’ambito dell’iniziativa “Potenza carbon free”, anche un progetto condiviso con Regione, Sel ed Egrib per la realizzazione di un biogassificatore (costo iniziale circa sei milioni).

Materialmente, per riprendere una sorta di cronoprogramma, a gennaio 2019 fu avanzata la proposta dal governo dei Cinque Stelle, con un primo approccio tecnico con le amministrazioni, che assunsero il compito di rendere concrete le loro “ambizioni” attraverso progetti che rispettassero i criteri indicati da Roma, ossia di canteriabilità, strategicità e addizionalità. La seconda riunione, quella in realtà che avrebbe fortnito il via libera alla concessione di questi finanziamenti, era stata calendarizzata il 9 aprile del 2020, ma chiaramente tutto è rimasto bloccato.

Allo stato attuale, a livello decentrato non si conoscono altri sviluppi. E anche per quanto attiene il Recovery Plan c’è molto malcontento visto che le amministrazioni comunali sono state di fatto bypassate dalle Regioni, con le quali il governo ha voluto esclusivamente interfacciarsi.
In buona sostanza, il Comune di Potenza resta in attesa: di certo, semmai dovessero arrivare dei fondi, si tratterà innanzitutto di somme differenti da quei 25 milioni, per cui si dovrà ridisegnare l’ordine delle priorità ed a quel punto l’esigenza all’epoca prioritaria sull’impiantistica sportiva per la nomina di Potenza rischia di farsi andare a benedire a beneficio dell’intervento principale che è su Bucaletto e a quelli successivi su recupero e rigenerazione di alcune aree della città a meno che per il quartire dei prefabbricati non si aprisse un nuovo scenario.

Il Comune ha infatti candidato l’area al bando “Qualità dell’abitare” e nel giro di un paio di mesi otterrà la risposta. Se fosse positiva, a quel punto con i soldi (se riappariranno) del contratto Contratto Istituzionale di Sviluppo della Basilicata, non si interverrebbe più su Bucaletto.

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