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Lo stabilimento Fca di Melfi

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PER lo stabilimento Stellantis di Melfi «l’azienda ha prorogato ulteriormente la cassa integrazione fino al 2 maggio. Una doccia fredda per i lavoratori e per i sindacati che non hanno tardato a manifestare il disappunto. «Sono ormai 17 le settimane consecutive di cig», si legge nell’incipit di una nota congiunta di Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcf. «E’ evidente – hanno aggiunto i rappresentanti sindacali – che il problema dello stabilimento non è solo congiunturale. Temiamo che sia una vera e propria strategia di ridimensionamento, ma vorremmo dir sin da subito che Melfi e il suo indotto non si toccano, a Melfi non si può perdere nessun posto di lavoro. Sulla vicenda non è mancata la presa di posizione della Regione Basilicata. «L’allarme lanciato da Fim, Uilm, Fismic, Uglm, Aqcf sul futuro dello stabilimento Stellantis» è «raccolto dalla Giunta regionale della Basilicata», che «da tempo ha sollecitato l’ad Tavares a un confronto sul piano industriale del Gruppo che riguarda Melfi», sostiene l’assessore lucano alle Attività produttive Francesco Cupparo, riferendo che «insieme al presidente Bardi sta seguendo l’evoluzione della situazione».

STATO DI AGITAZIONE – «Lo stiamo sostenendo da tempo, rispetto alla fusione Fca/Psa ci sarà un prima e un dopo. Non vogliamo essere le cassandre ma tutti i segnali che riceviamo vanno in questa direzione», affermano Fiom Cgil e Rsa dello stabilimento di Melfi. Queste ultime hanno proclamato «lo stato di agitazione dei lavoratori e delle lavoratrici e metteranno in campo ogni azione necessaria alla loro tutela ed auspichiamo che questo possa realizzarsi nella piena unità delle rappresentanze a partire dalle assemblee necessarie per confrontarsi con le lavoratrici e i lavoratori».

INDOTTO – Su Stellantis non si addensano solo le nubi della cassa integrazione. Tiena banco infatti anche la questione dell’indotto. Fisascat Cisl ha chiesto un tavolo di confronto con aziende e sindacati per fare il punto della situazione sugli appalti dei servizi di pulizia e mensa nello stabilimento Stellantis di Melfi. «Attualmente sono 183 (più 20 in staff leasing) gli addetti delle pulizie alle dipendenze della Iscot, mentre sono 47 gli addetti della mensa aziendale gestita dalla Atlas. A mettere in allarme sindacati e lavoratori sono state le dichiarazioni nelle scorse settimane delle aziende di servizio circa possibili tagli alle rispettive commesse. Stando a quanto riferisce la sindacalista della Fisascat, Emanuela Sardone, «la Iscot ha dichiarato nel verbale d’incontro del 4 marzo una riduzione media delle attività pari al 40-50 per cento. Tale ridda di cifre e percentuali ha generato come prevedibile un clima di incertezza e preoccupazione tra lavoratrici e lavoratori», spiega Sardone.

«Durante la riunione Fca/Stellantis ha dichiarato di trovare ingiustificati i tagli annunciati da Iscot in quanto la riduzione richiesta complessivamente riguarda il 10% dei servizi appaltati», affermano Angelo Summa segretario generale Cgil Basilicata, Gaetano Ricotta segretario generale Fiom Cgil Basilicata e Michele Sannazzaro segretario generale Filcams Cgil Potenza «Qual è la verità? In questa vicenda, che è uno dei primi atti formali del nuovo management post fusione, come al solito – aggiungono – ci stanno in mezzo i lavoratori: quelli della Iscot, che dopo anni di lavoro pesante rischiano il loro salario, e quelli di Fca che vedono peggiorare la loro condizione di vita all’interno dello stabilimento in una fase in cui i servizi di pulizia rivestono una importanza fondamentale. Poco contano le rassicurazioni rispetto alla conservazione delle misure individuate per la prevenzione del contagio». «L’inizio di Stellantis non fa presagire l’auspicato cambio di passo rispetto al passato ed è in netta contraddizione con quanto il nuovo amministratore delegato dichiarava solo qualche giorno fa ai rappresentanti dei lavoratori. Chiediamo che si rivedano le scelte fatte partendo dal tema per noi irrinunciabile della tenuta dei livelli occupazionali», concludono.

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