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La Fiom Cgil denuncia l’assenza di risposte concrete dopo investimenti solo annunciati dalla Italtractor: il 10 maggio previsto un incontro con i vertici. Timori sulla tenuta occupazionale

POTENZA – A dicembre dello scorso anno l’Italtractor aveva proposto, in tutte le aziende del gruppo (quindi anche a Potenza) esodi incentivati e ammortizzatori sociali. Tra gli stabilimenti di Potenza e Ceprano (Frosinone), aveva calcolato circa 80 esuberi. Si era trovato un accordo: contratti di solidarietà nei due stabilimenti dal 1 gennaio al 31 dicembre 2024. Ma il clima, ovviamente, non è sereno. E i timori sulla tenuta occupazionale si fanno sempre più forti, soprattutto perché gli impegni presi dall’azienda finora non sono stati rispettati.

La segretaria generale della Fiom Cgil, Giorgia Calamita, ha incontrato i delegati Italtractor ed è emersa la necessità di avere garanzie sulle prospettive industriali future del sito di Potenza. «La tensione tra i lavoratori – afferma Calamita – è dovuta a questa situazione di incertezza. La direzione aziendale Italtractor ancora una volta, nell’ultima riunione così come nelle precedenti, ha fatto annunci e illustrato investimenti che però non si realizzano. Durante l’incontro la Fiom ha rivendicato un cronoprogramma serio, condivisibile e coerente, che individui le date per l’installazione di nuovi impianti e di interventi strutturali che possano migliorare le condizioni di lavoro, salute e sicurezza nello stabilimento».

Gli impegni non sono stati mantenuti neppure sullo stabilimento di Ceprano ed è questa notizia a rendere il quadro ancora più fosco. «Il 15 aprile scorso – spiega Calamita – alla presenza di Confindustria Basilicata, azienda e sindacati, Italtractor ha annunciato investimenti per Potenza di 17,5 milioni di euro, a fronte dei 20,9 promessi a novembre scorso, con il coinvolgimento di università e aziende costruttrici e la partecipazione a bandi regionali. Ebbene di quell’incontro ancora oggi non abbiamo neppure un verbale che impegni l’azienda all’applicazione degli accordi e impegni già fissati e che tardano a realizzarsi».

Il prossimo 10 maggio azienda e sindacati si incontreranno a Roma per avere importanti chiarimenti sugli indicatori del premio di produzione, in particolare sull’efficienza, che l’azienda non ha pagato in nessuno degli stabilimenti italiani. «In questa occasione – dice Calamita – l’azienda dovrà dar conto anche degli investimenti. All’azienda chiederemo per l’ultima volta coerenza con gli impegni presi, investimenti con o senza aiuti pubblici, ma soprattutto trasparenza, al fine di perseguire insieme l’unico grande obiettivo, che è quello della garanzia occupazionale e di un serio rilancio di Italtractor in Italia e nel mondo. L’auspicio è che dalla riunione del 10 maggio emergano risposte concrete, diversamente la Fiom metterà in campo una serie di iniziative anche di lotta».

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