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La Procura di Potenza

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POTENZA – Gli altri indagati e le vicende rimaste a margine dell’ordinanza di misure cautelari eseguita venerdì scorso sono reali e incontrovertibili. Ma «allo stato», e «salvo sempre possibili nuove acquisizioni investigative dovute allo sviluppo delle indagini in corso», per la procura di Potenza «il perimetro oggettivo e soggettivo» della sua inchiesta sulla sanità lucana è quello «delineato dalle imputazione provvisorie elevate nella richiesta cautelare e poi contenute nella successiva ordinanza del gip di Potenza».

Lo ha messo nero su bianco, ieri, il procuratore capo di Potenza, Francesco Curcio, dopo il clamore suscitato dalle notizie – vere e impossibili da smentire – pubblicate sull’edizione di ieri del Quotidiano del Sud sui contenuti dell’informativa conclusiva dell’indagine dei carabinieri del Nucleo investigativo di Potenza ribattezzata “Re Mida”. La stessa che venerdì scorso ha portato all’esecuzione di una misura cautelare nei confronti di 5 persone: l’ormai ex capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Francesco Piro, sottoposto a custodia cautelare in carcere; la sindaca di Lagonegro, Maria Di Lascio, per cui sono stati disposti gli arresti domiciliari; l’assessore regionale all’Agricoltura, Franco Cupparo (Fi), e l’ex assessore regionale alla Sanità e attuale consigliere regionale, Rocco Leone (FdI), entrambi sottoposti all’obbligo di dimora nei luoghi di residenza; e il direttore generale del San Carlo, Giuseppe Spera, raggiunto dal divieto di dimora a Potenza e la sospensione dai pubblici uffici.

Il procuratore ha giustificato il suo intervento per «evitare che si diffondano informazioni infondate ovvero altri fraintendimenti sull’oggetto e la portata dell’investigazione in corso sulla sanità lucana», citando l’eco avuta dalle notizie del Quotidiano del Sud su «molti altri organi di stampa anche nazionali».

Già a metà mattina, infatti, sono state diverse le testate su internet che hanno rilanciato, in particolare, la notizia dell’iscrizione sul registro degli indagati del sottosegretario Giuseppe Moles e dell’ex governatore Marcello Pittella. Tanto che quest’ultimo, in un comunicato, ha confuso l’informativa citata dal Quotidiano (ormai desecretata e depositata tra gli atti allegati all’ordinanza) con un avviso di garanzia, denunciando di non aver ricevuto alcuna «informativa di garanzia», e annunciando, oltre a una querela contro lo stesso Quotidiano, «ulteriori azioni» nei confronti di chissà chi.

Nella sua nota Curcio ha spiegato che «gli ulteriori fatti di cui viene dato conto», diversi da quelli descritti nelle imputazioni per cui è stata chiesta e ottenuta la misura cautelare, «o sono privi di rilevanza penale, ovvero sono relativi a vicende nelle quali, alla iniziale acquisizione della notizia di reato doverosamente ed immediatamente iscritta, non è seguita l’acquisizione di un quadro indiziario univoco o almeno sufficiente».

Sarebbero pertanto queste ultime «vicende», sulle quali «non è seguita l’acquisizione di un quadro indiziario univoco o almeno sufficiente», quelle da cui è scaturito l’elenco di nominativi riportato nell’informativa dei carabinieri, che gli stessi militari qualificano come «indagati».

L’esistenza di ulteriori vicende oggetto di accertamenti era stato accennato anche dal gip che ha firmato l’ordinanza di misure cautelari, Antonello Amodeo, che a proposito del pericolo di inquinamento probatorio da parte degli indagati «Lo svolgimento di investigazioni tuttora in corso di accertamento al fine di ulteriormente approfondire momenti e scenari di estrinsecazione dell’azione pubblica regionale ancora in itinere»).

Nella medesima ordinanza veniva riportato anche un passaggio della richiesta di misure cautelari del 18 febbraio 2022 a firma del procuratore Francesco Curcio e del pm Vincenzo Montemurro, in cui si evidenziava l’esistenza di «distinti ed interdipendenti settori di operatività criminale da ulteriormente vagliare e riscontrare», anche «con riferimento a collegamenti con ulteriori soggetti istituzionali coinvolti nei traffici delittuosi e tuttora oggetto di mirate delegate investigazioni».

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