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Marianna Iovanni, sindaco di Venosa

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Parla la sindaca di Venosa Marianna Iovanni: «Il clima dei social ha invaso la vita quotidiana», nelle scorse ore la sua auto ha rischiato di esplodere per mano di ignoti

Sul suo profilo Facebook campeggia l’immagine di uno striscione tenuto da bambini con la scritta: “Facciamo rifiorire la pace”. Ci avrà pensato tante volte nelle ultime ore Marianna Iovanni, sindaco di Venosa che solo per un caso fortuito non è diventata protagonista di una tragedia.

Ignoti, infatti, nella notte fra lunedì e martedì hanno tentato di dare fuoco alla sua auto, dotata di impianto a gas e dunque potenzialmente in grado di provocare una esplosione fatale. Indagini serrate sono in corso per poter dare un volto a chi ha messo in atto l’attentato.

Dopo l’attentato la solidarietà per il sindaco di Venosa Marianna Iovanni

Poche ore dopo, ancora inondata da un immenso torrente di solidarietà, la sindaca commenta queste ore così difficili che rientrano in un contesto molto più ampio che riporta a un clima di odio sociale sempre più pressante e che non riguarda solo il suo Comune.

Dal mondo virtuale, insomma, l’insofferenza sembra aver ormai esondato per arrivare a minacciare la vita delle persone, di intere famiglie. Un’atmosfera alla quale però la sindaca non ha nessuna intenzione di assogettarsi.

Marianna Iovanni, Cosa prova in queste ore?

«E’ solo grazie a cittadini attenti, ai vicini di casa che si sono mobilitati per chiamare i Vigili del Fuoco e carabinieri che hanno spento le fiamme, che abbiamo evitato che tutto non degenerasse in un inferno di fuoco. C’è poi l’onda di solidarietà che sta travolgendo me e la mia famiglia e alla quale non riesco a rispondere completamente».

Un brutto periodo che sembra concentrarsi contro i 5 Stelle?

«Non credo sia concentrata solo contro di noi. Questo è un clima che viviamo da tempo. La nostra amministrazione da quattro anni, accanto ai problemi oggettivi come il Covid o la crisi energetica, affronta un mondo virtuale che è diventato esasperante. C’è un attacco senza cognizione di causa; prima si avvertiva almeno il pudore di scrivere, preoccupandosi anche solo della forma grammaticale. Ora il metaverso è diventato un megafono di elementi negativi che minano la serena continuità amministrativa».

Respirava un clima difficile. si aspettava episodi di questo tipo?

«Ci sono, ad esempio, diverse contrapposizioni anche nel rapporto fra amministratori e cittadini è inasprito, vive una forte contrapposizione anche nei Comuni vicini. Leggo sempre più spesso il malcontento e questa lettura influisce nel bene e nel male nella vita reale e diventa uno stillicidio: si continua a diffamare, a seminare questo malessere in modo costante. Il nuovo Governo se la prende con i poveri colpendoli senza mezze misure; capisco che in questo modo sono stati scovati diversi truffatori ma non si può demolire uno strumento che ha permesso a sindaci senza risorse economiche e personale di andare avanti. Se avessero tolto loro il reddito e poi fosse arrivata la pandemia, con tutte le finestre che hanno chiuso mi chiedo che fine avremmo fatto. Nei nostri bilanci sempre più poveri, voci da destinare al welfare ne abbiamo sempre meno e cittadini hanno come riferimento hanno il sindaco e credono siamo stati noi».

Il suo lavoro deve andare avanti. Con quale spirito dopo quello che è successo?

«Ci fermiamo davanti alla violenza e affermiamo che vince? No, questa città non gliela lascio e fino all’ultimo secondo del mio mandato cercherò di arginarli quanto più possibile».

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