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Il convento di Barile

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Il progetto di trasformazione in hotel del convento di Barile, che risale al 1714, è candidato dal Comune nell’Accordo di Sviluppo “Terre D’Aristeo”

BARILE (POTENZA) – Il progetto è ambizioso e punta ad attirare un target di ospiti medio-alto. A proporlo l’amministrazione comunale di Barile che ha intenzione di trasformare il Convento Padre Minozzi, già Convento dei Carmelitani di Santa Maria del Carmine, a Barile, in un albergo lusso. Quello che si immagina è una «struttura ricettiva più significativa per target medio-alto spendenti del futuro Parco Letterario Pasolini e dei percorsi pasoliniani». Il “sogno” è stato già candidato come progetto dall’amministrazione Comunale di Barile nell’Accordo di Sviluppo Terre di Aristeo a cui il  Comune aderisce. A “svelare” le carte è il sindaco Antonio Murano che ha tenuto un incontro in Municipio con l’ad Terre di Aristeo Saverio Lamiranda.

«La “città dei percorsi pasoliniani” punta dunque ad un salto di qualità. Nella piena consapevolezza – spiega il sindaco – che il recupero edilizio di un manufatto di tale importanza storica ed architettonica è un’operazione particolarmente delicata e difficile. Che richiede un’attenzione volta a ridare vita al manufatto senza snaturarne le sue intrinseche caratteristiche. Il progetto definitivo ha lo scopo di risollevarlo da un ormai atavico abbandono. Riportando tra le mura del convento attività e presenze, che seppur in maniera diversa, per diversi secoli lo hanno accompagnato. La realizzazione di una struttura ricettiva di tale dimensione e valenza si candida ad essere polo attrattivo dell’intera area del Vulture, offrendo nel contempo, opportunità lavorative e di inclusione sociale indispensabili per la vita di un piccolo borgo come Barile».

Il convento con l’annessa chiesa appartenevano al monastero dei Carmelitani, sorto a Barile nel 1714. Quando i religiosi, per effetto della soppressione degli Ordini monastici, lasciarono il paese, passò all’amministrazione del patrimonio regolare. In seguito il convento venne utilizzato per l’accoglienza delle famiglie povere. La chiesa riportata alla luce dopo anni di restauro, ha conservato al suo interno una tela raffigurante la Madonna del Carmine del XVIII secolo, di scuola napoletana. L’intero plesso registra poi una Chiesa (non oggetto di intervento) che occupa quasi interamente il lato Nord, edificio religioso che originariamente apparteneva al plesso conventuale.

Il progetto è parte integrante di quello più complessivo del recupero delle grotte antiche di Barile (oltre un centinaio). Tra queste la nota Grotta della Natività utilizzata da Pasolini per il suo celebre film. Obiettivo centrale è stato quello di puntare “sulla valorizzazione qualitativa delle specificità locali”, tradotto di fatto nella tutela attiva del patrimonio naturalistico, paesaggistico e storico-culturale, nonché nella promozione dell’innovazione tecnologica in forme specifiche e “legate al territorio”.

Saverio Lamiranda (Ad Terre di Aristeo) sottolinea che «si intende incrementare l’attuale ricettività elevandone la qualità per rispondere alle particolari esigenze del target del turista culturale e alla ricerca di emozioni e suggestioni nel paesaggio, nel patrimonio storico-artistico e religioso. Un attrattore – aggiunge – per i numerosi turisti che raggiungono Barile per rivedere “dal vivo” le scene del film di Pasolini. Ma non si sottovaluti: c’è -ha continuato Lamiranda- una forte valenza per l’economia locale e per coinvolgere i giovani. Di qui l’azione di Terre di Aristeo che con l’Accordo di Sviluppo all’esame dei Ministeri competenti per il finanziamento si occuperà di formazione soprattutto di quelle figure indispensabili, tra i quali gli animatori turistici e per favorire tutte le condizioni per realizzare la comunità turistica locale».

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