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Giovannino Russo allo Strega 2002 dove vinse il Premio speciale con «Racconti dal Sud» (Scheiwiller, 2001)

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Il giornalista e saggista, salernitano di nascita, aveva vissuto fino al 1947 a Potenza prima di trasferirsi a Roma

MERIDIONALISTA e galantuomo. Così tutti ricordano Giovanni Russo: il giornalista e scrittore campano di nascita e lucano d’adozione è morto l’altro ieri a Roma. Nato a Salerno nel 1925, era cresciuto a Potenza fino al 1947, anno del trasferimento nella Capitale.

Tra i fondatori del Partito d’Azione lucano (1943), scrisse prima su Il Mondo di Mario Pannunzio (dove fu proposto dallo scrittore Carlo Levi e dove ebbe modo di stringere amicizia con Ennio Flaiano) e Il Messaggero, per diventare poi (1954) inviato speciale del Corriere della Sera. Per il quotidiano milanese svolse numerose inchieste raccontando con particolare attenzione soprattutto i problemi sociali e civili della società meridionale e dei suoi emigrati.

Ritenuto tra i maggiori protagonisti della vita culturale italiana, attraverso i suoi interventi sulle principali riviste del settore (a partire dalla Nuova Antologia) ebbe come impegno costante la documentazione della situazione sociale del Paese: dalle vicende dei partiti ai problemi del Mezzogiorno, fino alla condizione dei giovani nella scuola e nell’università. Vinse il Premio Saint-Vincent per il giornalismo nel 1964, il Premio Marzotto per il giornalismo 1965, il Premio Carlo Casalegno 1981, il Premio Pannunzio 1991, il Premio Mezzogiorno 1993 e il Premio Positano 1998 per il giornalismo civile. Fu insignito dell’onorificenza di Grande Ufficiale da parte del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi il 10 aprile 2006.

Il mondo della cultura lo piange – la casa editrice calabrese Rubbettino lo celebra come autore di due tra i suoi libri più importanti, il memoir “Con Flaiano e Fellini a Via Veneto” e “Nella terra estrema. Reportage sulla Calabria” – mentre anche la politica gli rende omaggio: «Esprimo la più commossa e affettuosa partecipazione al dolore dei congiunti e degli amici per la scomparsa di Giovannino Russo – scrive in una nota l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano –, nel ricordo della sua personalità di vivace protagonista del dibattito politico e culturale da posizioni limpidamente democratiche e da autentico meridionalista. I contributi da lui dati in questa chiave rimangono un importante riferimento nella riflessione sui decenni dell’Italia repubblicana».

Anche il mondo politico-istituzionale lucano lo ricorda: «Come presidente della regione Basilicata – dichiara il governatore Marcello Pittella – sento il dovere di rendere omaggio a Giovanni Russo illustre meridionalista, scrittore e giornalista scomparso ieri a Roma. La sua formazione giovanile a Potenza e le radici con la nostra terra sono state sempre ben presenti nel suo impegno a favore dal Sud. Azionista di formazione e pensiero dalle colonne del Mondo di Pannunzio e dei grandi giornali nazionali fu sempre attento ai temi del Sud e dell’emigrazione. Anche i suoi libri insieme alle frequentazioni personali hanno sempre arricchito i nostri intellettuali. Stamattina ha scritto Corrado Staiano sul Corriere della Sera che se ne va “L’ultimo meridionalista”: Noi vogliamo pensare, però, che il suo magistero sia la radice dei meridionalisti che verranno in Basilicata e nel Sud. Lo ricorderemo nella nostra regione come merita una figura così significativa». 

Il sindaco di Potenza Dario De Luca esprime il proprio cordoglio per la dipartita di Giovanni Russo, noto giornalista e scrittore, a Potenza negli anni della sua formazione e fino al 1947. «Meridionalista, attento ricercatore nell’ambito dei problemi civili e sociali del Sud – sottolinea il sindaco – ha rappresentato per il nostro Paese un esempio di grande professionalità e competenza. Alla sua famiglia la vicinanza mia e dell’intera Città, che ha avuto l’onore di ospitarlo durante il periodo dei suoi studi». 

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