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Luisa Ranieri, interprete di Lolita Lobosco, e Gabriella Genisi

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PIU’ che una fiction, Lolita Lobosco è diventato un modo di essere: tacco alto rigorosamente firmato Loboutin, pantaloni attillati, camicia colorata e atteggiamento sicuro di chi sa che, alla fine, troverà la soluzione al mistero. Garanzia che in ogni puntata viene rispettata anche con grandi colpi di scena. Gabriella Genisi, “madre” letteraria della serie tv di Raiuno, ispirata ai suoi specialissimi romanzi polizieschi, in quest giorni prosegue il suo tour in tutta Italia per presentare “Lo scammaro avvelenato” (edizioni Sonzogno) e ritirare premi legati al successo della fiction di Raiuno.

Lunghi itinerari in treno da un punto all’altro d’Italia utili, spiega, per scrivere il prossimo romanzo questa volta dedicato all’altro suo personaggio di successo, Chicca Lopez. Stasera andrà in onda l’ultima puntata della seconda serie di Lolita Lobosco che ha portato a casa numeri record negli ascolti.

Cosa ha contribuito oggi a rendere ancora accattivante questo personaggio?

«Credo che con la seconda serie, il rapporto con gli spettatori si sia consolidato. Era già partito in modo emozionante nella prima serie ma nel frattempo si è creata una maggiore fidelizzazione con i telespettatori, mettendo anche a punto alcune criticità della prima serie come ad esempio l’accento che aveva scontentato i baresi o il folclore in cui parte della città non si era riconosciuta. Superati questi aspetti, nata la storia d’amore con gli spettatori».

Da più parti si annuncia la terza serie di Lolita. Non teme un po’ l’effetto “Don Matteo” con decine di serie nel corso degli anni?

«Direi di no. Siamo ancora ben distanti da quel fenomeno. A grande richiesta del pubblico, come registro ad esempio nei gruppi dei fan club di Lolita Lobosco, si aspettano di poter vedere nuove puntate. C’è un aspetto molto positivo: la passione per Lolita è davvero trasversale: dalle bambine di 5 anni fino alle donne più adulte. Ci sono anche gli uomini. Non esiste più nemmeno una fascia d’età definita che si appassiona alla serie. Qualche giorno fa a Lecce, una signora mi ha detto che il figlio tredicenne rinuncia a uscire la domenica sera con gli amici per poter vedere Lolita. Questo vuol dire che è un personaggio capace di attrarre tutti, una caratteristica che si è ampliata nel tempo».

Anche la terza serie conterà sulla produzione di Zingaretti?

«E’ ancora prematuro dirlo ma immagino di sì dal momento che l’idea è partita da lui e da Angelo Barbagallo. Credo che da questo punto di vista non dovrebbe cambiare nulla rispetto alla seconda serie anche se francamente è ancora un po’ presto per azzardare ipotesi».

Nel frattempo è al lavoro con un nuovo romanzo,che sta scrivendo mentre viaggia per la presentazione de “Lo scammaro avvelenato”?

«Sì ma in questo caso la protagonista sarà Chicca Lopez, in uscita a fine giugno e quindi anche per questo le pause in treno servono a concludere il lavoro. Lolita per ora va un pò in ferie».

Dobbiamo aspettarci colpi di scena nell’ultima puntata di Lolita, in onda stasera?

«Direi di sì».

E come nei migliori gialli, il resto è top secret.

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