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Dopo quasi un quarto di secolo Giuseppe Maglione lascia la società gialloverde

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MELFI (PZ) – «Non avrei mai voluto scrivere queste righe, ma il risultato di Agrigento purtroppo segna di fatto la fine di un’epoca. La fine di un sogno, come è stato scritto in questi giorni. Una favola iniziata nell’ ormai lontano  1994, quando con un gruppo di amici, ho deciso di assumere la guida della As Melfi, e di dare il mio contributo a questa comunità che mi ha visto crescere e diventare uomo. Quel giorno è iniziato un lungo ed entusiasmante percorso, fatto di gioia, sofferenza, sacrifici»: a scriverlo, in un lungo e accorato commiato sul sito della squadra gialloverde dal titolo “Tutto ha un inizio, tutto ha una fine”, è Giuseppe Maglione.

«In questo cammino durato 23 anni, i momenti di difficoltà non sono certo mancati – scrive Maglione –, i momenti in cui senti forte il desiderio di mollare, di farti da parte, di lasciar perdere. C’è sempre stata però una spinta incredibile, una molla inesauribile, che mi faceva vincere ogni titubanza: l’amore per la mia Melfi, l’affetto della gente, di un popolo umile ma orgoglioso che non voleva piegare la testa davanti alle ingiustizie e alle avversità. Il calcio come strumento di rivalsa, di rivincita e di riscatto. Ho sempre interpretato la sfida sportiva del Melfi sotto quest’ottica, seguendo l’esempio del nostro simbolo, il Basilisco Alato, che con fierezza e determinazione non ha mai piegato la testa davanti a nessuno. Esattamente come abbiamo fatto noi in tutti questi anni, portando il Melfi sui palcoscenici di tutta Italia».

Dopo aver elencato le pagine belle (« In questi 23 anni insieme abbiamo toccato vette inimmaginabili, raggiunto traguardi epici, il calcio professionistico, la lega pro unica ex C1, la Tim Cup con l’Udinese, sfidando alla pari squadroni dal passato glorioso  e dalle forti ambizioni come Salernitana, Foggia, Lecce, Benevento, Catania, Avellino, Reggina…») e quelli meno belli – il riferimento è a chi non ha dimostrato particolare attaccamento alla squadra, sia nella cittadinanza che nel livello politico-istituzionale locale e regionale – il presidente conclude: «Ora però è arrivato il momento di lasciare. La mia avventura da presidente del Melfi calcio finisce qui. Sento il bisogno di staccare la spina e di dedicarmi agli affetti familiari inevitabilmente trascurati in tutti questi anni. Si dice che un uomo invecchia quando i suoi rimpianti superano i suoi  sogni. Io non ho rimpianti ma ho ancora tanti bei sogni da inseguire e da realizzare per il bene di questa comunità. È vero ho dato tanto ma ho  anche ricevuto da voi molto di più sotto forma di affetto, stima, amore, riconoscenza, gratitudine; per questo motivo vi abbraccio tutti perché insieme abbiamo vissuto intensamente questa splendida avventura che rimarrà indelebile nella nostra mente e nei nostri cuori.».

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