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di MARGHERITA AGATA
GIUBBOTTO di pelle, jeans, camicia bianca e scarpe da ginnastica, Patrizio Oliva, il giorno dopo lo spettacolo “Due ore all’alba” che lo ha visto protagonista sulle tavole del palcoscenico del teatro Duni, è pronto a godersi il panorama mozzafiato dei Sassi. Insieme a lui, ad attenderci a pochi passi da piazza Vittorio Veneto, c’è Anna Capasso, la protagonista femminile della piéce e uno degli assistenti di scena  della numerosa ed efficientissima squadra che il regista Luciano Capponi ha messo su per portare in giro per l’Italia il testo scritto su misura per l’ex campione di pugilato. Un tour iniziato da Sud e che a Matera è alla sua seconda uscita. Che Patrizio tenga a questo lavoro come e più dei suoi successi sportivi lo capisco dal modo in cui mi accoglie: neanche il tempo di salutare e cerca subito il mio sguardo mentre, stringendomi la mano, mi che chiede “Beh, com’è andata?” . Si sa, gli occhi non mentono mai e io non sfuggo alla domanda: “Benissimo, sei forte anche sul palcoscenico”. Il suo sorriso si fa immediatamente più largo, è la risposta che desiderava. E io ho imparato un’altra virtù dei veri grandi: non dare mai per scontato di essere il migliore, cercare con umiltà sempre il confronto con gli altri. Tra un’occhiata rapida al tablet e una chiamata al cellulare,  la nostra passeggiata ha inizio. Il campione non nasconde il suo stupore quando gli confesso di ricordare una sua applauditissima  performance canora nella mia Ferrandina, insieme a Donatella Rettore e Gigi Sabani, nel lontano ‘89. Ma il suo stupore non è tanto dovuto dal fatto che mi ricordi di quella serata, quando che abbia abbastanza anni per ricordarmene. Poi, mentre ci incamminiamo per via San Biagio si ritorna a parlare di teatro. Ma Patrizio Oliva è pur sempre un campione e non passa certo inosservato: il saluto e le strette di mano di diversi ammiratori interrompono la chiacchierata. Nessun fastidio però: Oliva è un generoso, non nega attenzione a nessuno.  Neanche a un amico che al cellulare gli chiede del suo Napoli. «Ebbene sì- confessa dopo- ieri sera ho seguito la partita con la Fiorentina alla radio, nonostante fossi in scena. Un sofferenza…» Ma per l’arte si fa questo e altro. Ormai siamo arrivati in piazza San Pietro Caveoso, la veduta dei Sassi è un incanto. «E’ una città con un paesaggio unico- dice rapito- se lo merita proprio il titolo di capitale europea della Cultura nel 2019». Anche Anna è incantata, nonostante i tacchi alti rendano poco agevole la camminata. «Avevo già fatto un giro prima dello spettacolo – rivela- ma mi sono fermata apposta con Patrizio per poter ammirare ancora questo paesaggio». Ma ormai è tempo di ripartire. Matera ha due nuovi amici, con il suo fascino è riuscita a mettere ko anche il grande Patrizio Oliva.
m.agata@luedi.it

Giubbotto di pelle, jeans, camicia bianca e scarpe da ginnastica, Patrizio Oliva, il giorno dopo lo spettacolo “Due ore all’alba” che lo ha visto protagonista sulle tavole del palcoscenico del teatro Duni, è pronto a godersi il panorama mozzafiato dei Sassi. Insieme a lui, ad attenderci a pochi passi da piazza Vittorio Veneto, c’è Anna Capasso, la protagonista femminile della piéce e uno degli assistenti di scena  della numerosa ed efficientissima squadra che il regista Luciano Capponi ha messo su per portare in giro per l’Italia il testo scritto su misura per l’ex campione di pugilato. 

Un tour iniziato da Sud e che a Matera è alla sua seconda uscita. Che Patrizio tenga a questo lavoro come e più dei suoi successi sportivi lo capisco dal modo in cui mi accoglie: neanche il tempo di salutare e cerca subito il mio sguardo mentre, stringendomi la mano, mi che chiede “Beh, com’è andata?” . Si sa, gli occhi non mentono mai e io non sfuggo alla domanda: “Benissimo, sei forte anche sul palcoscenico”. 

Il suo sorriso si fa immediatamente più largo, è la risposta che desiderava. E io ho imparato un’altra virtù dei veri grandi: non dare mai per scontato di essere il migliore, cercare con umiltà sempre il confronto con gli altri. Tra un’occhiata rapida al tablet e una chiamata al cellulare,  la nostra passeggiata ha inizio. Il campione non nasconde il suo stupore quando gli confesso di ricordare una sua applauditissima  performance canora nella mia Ferrandina, insieme a Donatella Rettore e Gigi Sabani, nel lontano ‘89. Ma il suo stupore non è tanto dovuto dal fatto che mi ricordi di quella serata, quando che abbia abbastanza anni per ricordarmene. Poi, mentre ci incamminiamo per via San Biagio si ritorna a parlare di teatro. 

Ma Patrizio Oliva è pur sempre un campione e non passa certo inosservato: il saluto e le strette di mano di diversi ammiratori interrompono la chiacchierata. Nessun fastidio però: Oliva è un generoso, non nega attenzione a nessuno.  Neanche a un amico che al cellulare gli chiede del suo Napoli. 

«Ebbene sì- confessa dopo- ieri sera ho seguito la partita con la Fiorentina alla radio, nonostante fossi in scena. Un sofferenza…».

Ma per l’arte si fa questo e altro. Ormai siamo arrivati in piazza San Pietro Caveoso, la veduta dei Sassi è un incanto. «E’ una città con un paesaggio unico- dice rapito- se lo merita proprio il titolo di capitale europea della Cultura nel 2019». Anche Anna è incantata, nonostante i tacchi alti rendano poco agevole la camminata. «Avevo già fatto un giro prima dello spettacolo – rivela- ma mi sono fermata apposta con Patrizio per poter ammirare ancora questo paesaggio». Ma ormai è tempo di ripartire. Matera ha due nuovi amici, con il suo fascino è riuscita a mettere ko anche il grande Patrizio Oliva.

m.agata@luedi.it

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