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Sulle Ali del destino fino a Roma
Il set del film ispirato all’eroe di Ripacandida si sposta nella Capitale
di LORENZO ZOLFO
RIPACANDIDA – Si sono concluse le riprese del film: “Le ali del destino”, una storia tutta lucana, a cura di Cinemart di Roma, che racconta la storia di un valoroso eroe della seconda guerra mondiale, originario di Ripacandida, l’aviere maresciallo Vito Sinisi, deceduto in mare nel 1941. Proprio in piazza “Vito Sinisi” le ultime riprese. Le altre saranno effettuate a Roma, dove c’è una strada intitolata all’eroe di Ripacandida.  Gianna Menetti, insieme a Vittorio Viscardi gli sceneggiatori del film, sono giunti a Ripacandida, insieme a Paolo Oreto, direttore della fotografia, per completare le riprese . Sono state girate le scene che riprendevano Vito Sinisi a 20 anni che parte per la ferma di leva, a salutarlo don Pasquale, il parroco di Ripacandida ed il podestà Anastasia. Il treno fischia e si avvia e Vito saluta dal finestrino, poi si siede, una piccola lacrima esce dai suoi occhi. Vito è la prima volta che si allontana dal paese. Altre scene riprese: Vito con Angela, di cui è innamorata, l’accompagna sotto casa della zia. Angela appoggia la mano sul battente del portone della casa della zia, come volesse fuggire dalla proposta di Vito, di rivedersi, tentenna nel bussare, si gira verso Vito, sorridendo alla proposta che le è stata appena fatta. Con impulso Vito la prende fra le braccia per darle un bacio, ma lei si divincola e bussa forte sul portone entrando in casa. Vito un po’ deluso, ma felice per il sorriso, fischiettando si avvia verso casa. L’ultima scena ripresa, la preparazione al matrimonio, Vito è sveglio e canticchia mentre si fa la barba, in cucina la madre prepara la colazione,  i dolci ed il rosolio, tra poco arriveranno tutti gli ospiti. La mamma prende uno di quei vecchi ferri da stiro a carbone e stira accuratamente la camicia. Vito prende la camicia e la indossa. Bussano alla porta di casa, Vito corre, apre la porta, sono i primi invitati. Gianna Menetti, la cui madre era originaria di Ripacandida, entusiasta del film, prima di rientrare a Roma, ha riferito: «Ringrazio tutti le comparse di Ripacandida che con passione si sono immedesimati nelle parti del film, che prevede prossimamente le riprese nella strada a Roma dedicata a Vito, situata sulla Cassia, una zona residenziale. Impersonerò me stessa nella scoperta di un pro-zio (da qui è nato il desiderio di realizzare questo film) e le scene finali, Vito che sale sull’aereo, in sostituzione  del suo amico che si sente male. Ho rivisto Ripacandida, mancavo da oltre 20 anni, e la prima cosa che ho desiderato è stato assaggiare i dolci con la glassa che preparava mio nonno, quando gestiva il bar, a due passi da piazza Vito Sinisi. La prima proiezione del film la faremo a Ripacandida, a fine anno o per Pasqua, poi a Roma ed infine in America, al museo dell’emigrazione in onore dei tanti ripacandidesi e lucani residenti». Giuseppe Musto, 91 anni da compiere il prossimo 18 novembre, ha conosciuto l’aviere Vito Sinisi ed era presente il giorno del suo funerale: «Quando veniva in licenza, come ragazzo ascoltavo i discorsi che Vito faceva con i suoi coetanei, era orgoglioso del lavoro che faceva. Il giorno del suo funerale, avevo 18 anni, i bambini, ragazzi e giovani, erano tutti vestiti da figli della lupa, balilla, avanguardisti e giovani fascisti». Luigi Ciccarella, funzionario in pensione, della Prefettura di Potenza, è stato coinvolto anche in una parte del film, non ha conosciuto Vito Sinisi, è nato lo stesso anno in cui morì, ma ha conosciuto un fratello minore, Antonio, insegnante elementare, assunto nel 1942. Lorenzo Zolfo foto significative delle ultime riprese fatte a Ripacandida.

RIPACANDIDA – Si sono concluse le riprese del film: “Le ali del destino”, una storia tutta lucana, a cura di Cinemart di Roma, che racconta la storia di un valoroso eroe della seconda guerra mondiale, originario di Ripacandida, l’aviere maresciallo Vito Sinisi, deceduto in mare nel 1941. Proprio in piazza “Vito Sinisi” le ultime riprese. Le altre saranno effettuate a Roma, dove c’è una strada intitolata all’eroe di Ripacandida.  Gianna Menetti, insieme a Vittorio Viscardi gli sceneggiatori del film, sono giunti a Ripacandida, insieme a Paolo Oreto, direttore della fotografia, per completare le riprese. 

Sono state girate le scene che riprendevano Vito Sinisi a 20 anni che parte per la ferma di leva, a salutarlo don Pasquale, il parroco di Ripacandida ed il podestà Anastasia. Il treno fischia e si avvia e Vito saluta dal finestrino, poi si siede, una piccola lacrima esce dai suoi occhi. Vito è la prima volta che si allontana dal paese. Altre scene riprese: Vito con Angela, di cui è innamorata, l’accompagna sotto casa della zia. Angela appoggia la mano sul battente del portone della casa della zia, come volesse fuggire dalla proposta di Vito, di rivedersi, tentenna nel bussare, si gira verso Vito, sorridendo alla proposta che le è stata appena fatta. Con impulso Vito la prende fra le braccia per darle un bacio, ma lei si divincola e bussa forte sul portone entrando in casa. Vito un po’ deluso, ma felice per il sorriso, fischiettando si avvia verso casa. L’ultima scena ripresa, la preparazione al matrimonio, Vito è sveglio e canticchia mentre si fa la barba, in cucina la madre prepara la colazione,  i dolci ed il rosolio, tra poco arriveranno tutti gli ospiti. 

La mamma prende uno di quei vecchi ferri da stiro a carbone e stira accuratamente la camicia. Vito prende la camicia e la indossa. Bussano alla porta di casa, Vito corre, apre la porta, sono i primi invitati. Gianna Menetti, la cui madre era originaria di Ripacandida, entusiasta del film, prima di rientrare a Roma, ha riferito: «Ringrazio tutti le comparse di Ripacandida che con passione si sono immedesimati nelle parti del film, che prevede prossimamente le riprese nella strada a Roma dedicata a Vito, situata sulla Cassia, una zona residenziale. Impersonerò me stessa nella scoperta di un pro-zio (da qui è nato il desiderio di realizzare questo film) e le scene finali, Vito che sale sull’aereo, in sostituzione  del suo amico che si sente male. Ho rivisto Ripacandida, mancavo da oltre 20 anni, e la prima cosa che ho desiderato è stato assaggiare i dolci con la glassa che preparava mio nonno, quando gestiva il bar, a due passi da piazza Vito Sinisi. La prima proiezione del film la faremo a Ripacandida, a fine anno o per Pasqua, poi a Roma ed infine in America, al museo dell’emigrazione in onore dei tanti ripacandidesi e lucani residenti». 

Giuseppe Musto, 91 anni da compiere il prossimo 18 novembre, ha conosciuto l’aviere Vito Sinisi ed era presente il giorno del suo funerale: «Quando veniva in licenza, come ragazzo ascoltavo i discorsi che Vito faceva con i suoi coetanei, era orgoglioso del lavoro che faceva. Il giorno del suo funerale, avevo 18 anni, i bambini, ragazzi e giovani, erano tutti vestiti da figli della lupa, balilla, avanguardisti e giovani fascisti». Luigi Ciccarella, funzionario in pensione, della Prefettura di Potenza, è stato coinvolto anche in una parte del film, non ha conosciuto Vito Sinisi, è nato lo stesso anno in cui morì, ma ha conosciuto un fratello minore, Antonio, insegnante elementare, assunto nel 1942. Lorenzo Zolfo foto significative delle ultime riprese fatte a Ripacandida.

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