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ROMA – Dal 20 febbraio esce in 50 sale “Una domenica notte” l’opera prima di Giuseppe Marco Albano presentata ieri in anteprima per la stampa, nella Capitale, presso la Casa del cinema, con grasse risate e scroscianti applausi. Questo filmetto è piaciuto, con la sua carica postroccopapaleiana che trasuda in ogni fotogramma e si lascia amare, come le buone cose di una volta.

Non finanziato con i soliti danari pubblici, sui quali in molti vorrebbero mettere le mani, ma in pochi – sempre i soliti, per la verità – ci riescono, la pellicola è costata i soliti grossi sacrifici che il lowissimo budget comporta, coinvolgendo finanche i destini dei rapporti umani delle persone coinvolte.

Qui, a ipotecarsi le case sono stati due produttori indipendenti prestati all’industria cinematografica, i quali in corso d’opera dovevano apprendere i rudimenti di un mestiere non conosciuto, ma fortemente desiderato, causa mancanza di programmazione – e qui che dovevano intervenire le istituzioni, formando e accompagnando progetti come questo – e ostacoli d’ogni tipo, fenomeno tipico delle nostre lande bizantine e mafiose.

Andrisani è un genio e questo si sapeva. Albano, poi, non teme rivali in quanto a caparbietà e spirito d’abnegazione. Ovvio ci sono dei buchi. Grossi buchi. Ma in questi casi rischiano di diventare il segno distintivo di un genere, quello nostrano, che non diviene mai demodè.

Ci hanno messo più di un anno, Viggiano e Leone, due buoni uagnoni della nostra terra, a garantire a questo piccolo film sgangherato una degna distribuzione. Adesso il film se la gioca. Nel senso che ultimamente s’è visto quanto conti il passaparola, altro che social network virtuali. Quella è l’unica vera rete che funziona e piccoli film, nello spazio di un week end sono diventati grandi. Noi tutti ci auguriamo di cuore che a questo piccolo film capiti la stessa sorte.

Insomma il succo è che in Lucania il cinema da esportare si può fare, ma bisogna investire nelle due fasi più delicate della filiera filmica: scrittura e produzione. Prendendo i talenti che ci sono e fornendo loro ulteriori skills da spendersi poi, sul campo. Sì, scrittura e produzione. Peccato che di recente c’era un bando per un corso ottimamente tenuto, in tal senso, nonché completamente finanziato, da farsi a Matera. Bene, la risposta è stata disastrosa. Un flop. Perché? O a nessuna frega davvero niente. O l’invidia dei soliti accentratori e portatori di immani conflitti d’interesse ha avuto la meglio.

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