X
<
>

Condividi:
3 minuti per la lettura

 

BRINDISI DI MONTAGNA –  E’ stato un vero e proprio bagno di folla per Arisa alla Grancia. 

Nulla a che vedere con il poco pubblico di Matera, la seconda data (ad ingresso libero) lucana del tour di Rosalba da Pignola è stato un vero successo; con gli spalti colmi di gente di tutte le età: tanti bambini, diverse anziane con l’immancabile scialle, alcuni ragazzi da Pignola con striscione annesso e ovviamente la famiglia di Arisa.  E’  stata una Rosalba rock, capelli biondo platino e una simpatica tuta elegante, che ha  lasciato scoperte le belle spalle e mostrato una forma fisica da vamp.  Chi però si aspettava un concerto omaggio alla sua terra, ha sbagliato del tutto: Arisa ha fatto il minimo indispensabile, appena un’ora e mezza di musica, qualche parola disordinata sulla rurale avvenenza della Basilicata, che sembravano prese alla rinfusa dal taccuino dell’Apt Basilicata e quel “buona notte paisà” sembrato più un altezzoso sfottò che un saluto amorevole.

La cantante di Pignola,  è scappata subito dopo il bis, niente autografi, protetta da una coltre ben organizzata dalla security, che ha impedito al pubblico più affezionato, anche di avvicinarsi sotto il palcoscenico. Un concerto ordinario, anzi un pò indebolito dall’assenza dello “Gnu Quartet” che in questo tour sta seguendo Arisa in quasi tutte le date. Certo l’ordinario per Arisa è un bel live in ogni caso: ha spiazzato tutti eseguendo nei primi pezzi  “Se vedo te”, “Dici che non mi trovi mai” e “Ma l’amore no” in versioni molto energiche e rock in cui la bella voce di Arisa è diventata il mare, che con le sue onde strattona il pubblico. E’ arrivata anche una deliziosa versione raggae di “Sincerità” e poi “Chissà cosa diresti”:  il pubblico stranito e in astinenza da pop, ha cominciato a questo punto a chiedere “Controvento”. Arisa si è mossa poco, ha bevuto molta acqua, posta al centro del palco in una caraffa di vetro, probabilmente a causa del buon vino bevuto in una fantomatica taverna prima del concerto, degustazione della quale Arisa ha informato subito il pubblico. A metà concerto si è illuminata la perla del live, una fantastica versione di “Losing My Religion”  e poi una devastante “Personal Jesus”  in cui Arisa ha  mostrato potenza vocale pura, da brividi  i suoi acuti. Ma il pubblico anche troppo silenzioso durate questi pezzi, voleva altro ed è stato accontentato, quasi nel finale, con la bella “La notte”  in cui Rosalba ha porto il suo delizioso e divino vibrato lucano, ma prima c’erano state anche:  “Piccola Rosa”, ” Meraviglioso Amore mio” e “Poi però” nelle quali,  il pubblico ha cantato e in alcuni casi si è  trasformato in un oceano di luci-smartphone. “Controvento”  ha completato  il bagno di folla:  la standing ovation è stata d’obbligo,  come la richiesta del bis, esaudita con : “Stai Bene su di me” e “Quante parole che non dici”. Poi la fuga in auto appena è scesa dalla scale del palcoscenico, pochi  attimi per qualche fortunato “sfuggito” alla security, che  è riuscito ad avere un autografo e poi via, come la polvere della Grancia, alzata dalle ruote della sua auto.

cultura@luedi.it

 

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE