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PONTEDERA1
MELFI 2  
PONTEDERA (3-5-2): Leone 6; Regoli 5.5, Vettori 5.5, Capitanio 5.5 (26′ st Fedi sv); Esposito 6 (40′ st Firenze sv), Gonnelli 5.5, Caponi 6, Carfora 5, Di Noia 6 (18′ st Gregorio 6); Arrighini 6, Grassi 6.5. In panchina: Bibba, Cherillo, Giacomelli, Verruschi.  Allenatore: Indiani 6 
MELFI (4-4-2): Scuffia 6; Spirito 6, Dermaku 6.5, Benci 6.5, Bonasia 6; Orlando Salvatore 6, Porcaro 7, Muratore 6 (28′ st Gennari sv), Suarino 6.5; Improta 7 (42′ st Locci sv), Conte 6 (42′ st Caira sv). In panchina: Volturo, D’Angelo, Orlando Fabio, Simeri.  Allenatore: Bitetto 7 
ARBITRO: Formato di Benevento 6.5 
RETI: 14′ pt Improta, 36′ pt Grassi, 25′ st Porcaro 
NOTE: spettatori 400 circa. Espulsi: Carfora al 25′ st per somma di ammonizioni. Ammoniti: Arrighini, Capitanio, Muratore, Orlando S., Locci, Dermaku. Angoli: 4-4. Recupero pt 1′; st 6′. 
di RICCARDO DEGLI INNOCENTI
LA partita perfetta. Di attesa, con una grande difesa e un altrettanto micidiale contropiede. Il Melfi espugna Pontedera, alla vigilia capolista del campionato, e segna una pagina epica della sua esperienza in Seconda Divisione. La firma è di Improta e di Porcaro, ma a collezionarla è una grande prestazione collettiva che premia la programmazione della società e le scelte tecniche di Bitetto che non sbaglia nulla e dimostra che, su questa strada, può davvero centrare la salvezza con largo anticipo. 
Sostanzialmente il Melfi imbriglia i toscani con la stessa tattica che la squadra di Indiani applica alla perfezione lontano da casa: ossia con una difesa tosta e le ripartenze. Il Pontedera, da questo punto di vista, ha dimostrato di avere qualche difficoltà imprevista quando gli si chiudono gli spazi.
E la tattica usata da Bitetto è improntata proprio su questo aspetto: ossia in maniera speculare rispetto ai padroni di casa. Suarino e Muratore non permettono a Esposito, Caponi e Carfora di ragionare. Dermaku e Porcaro sono asfissianti su Grassi e Arrighini.
Il vantaggio arriva al 14’: Conte mette a centro area, Improta si destreggia e di sinistro infila Leone. La replica del Pontedera è tardiva: solo al 32’ Grassi lancia Arrighini in velocità, ma Scuffia salva in uscita.
E’ perciò sfortunata la squadra lucana che si stava difendendo con ordine, in occasione del pareggio dei toscani. Al 37’ la punizione di Grassi è deviata dalla barriera che spiazza Scuffia.
E’ sui calci piazzati, nella ripresa, che il Melfi decide di avere maggiore coraggio. Per ben due volte sono i fendenti di Suarino che mettono due volte Dermaku in condizione di segnare. Prima (15’) anticipa Leone di piede ma la palla è alta; poi (17’)  alza troppo di testa. La svolta della gara dei toscani è l’ammonizione (seconda) di Carfora che lascia i suoi in dieci per oltre 20’. Nella circostanza, però, sono veementi le proteste dei padroni di casa, sia per il fallo su Muratore, sia per l’eccessiva rigidità del direttore di gara nel cacciare il secondo cartellino giallo. Fatto sta che sugli sviluppi del tiro di Bonasia, Porcaro si fa trovare pronto di testa ad infilare Leone.
Era già difficile per i toscani gestire la gara in parità numerica, figurarsi con il Melfi in vantaggio di un uomo. Tant’è che di pericoli veri e propri non ne vengono fuori, se non nei minuti finali, quando una mischia è risolta in maniera risoluta da dermaku, che manda la sfera in calcio d’angolo.
Per il coraggio dei gialloverdi sarebbe stata una beffa, ma sostanzialmente se fosse finita in parità, nessuno avrebbe potuto dire niente.
Alle cronache resta l’impresa dei lucani che fanno un deciso passo avanti in classifica e possono guardare al futuro con rinnovato entusiasmo. Se si considera anche il calendario del Melfi (Aquila, Salernitana, Pontedera e domenica prossima Aprilia), c’è da sottolineare che gli esami sono stati superati a pienissimi voti.

PONTEDERA 1
MELFI 2  

 

PONTEDERA (3-5-2)  Leone 6; Regoli 5.5, Vettori 5.5, Capitanio 5.5 (26′ st Fedi sv); Esposito 6 (40′ st Firenze sv), Gonnelli 5.5, Caponi 6, Carfora 5, Di Noia 6 (18′ st Gregorio 6); Arrighini 6, Grassi 6.5. In panchina: Bibba, Cherillo, Giacomelli, Verruschi.  Allenatore: Indiani 6 
MELFI (4-4-2) Scuffia 6; Spirito 6, Dermaku 6.5, Benci 6.5, Bonasia 6; Orlando S. 6, Porcaro 7, Muratore 6 (28′ st Gennari sv), Suarino 6.5; Improta 7 (42′ st Locci sv), Conte 6 (42′ st Caira sv). In panchina: Volturo, D’Angelo, Orlando Fabio, Simeri.  Allenatore: Bitetto 7 
ARBITRO Formato di Benevento 6.5
RETI 14′ pt Improta, 36′ pt Grassi, 25′ st Porcaro 
NOTE spettatori 400 circa. Espulsi: Carfora al 25′ st per somma di ammonizioni. Ammoniti: Arrighini, Capitanio, Muratore, Orlando S., Locci, Dermaku. Angoli: 4-4. Recupero pt 1′; st 6′. 

 

LA settimana perfetta del Melfi si conclude a Pontedera, in casa della prima in classifica, dove i gialloverdi hanno centrato il primo colpo esterno stagionale che vale platino nella corsa alla salvezza. Le reti di Improta e Porcaro hanno messo la firma su un successo anche tattico di Bitetto, che ha avuto la meglio nel confronto tra panchine con Indiani, uno dei maestri della categoria. Per Tommaso Scuffia e compagni quello raccolto in Toscana è il sesto risultato utile consecutivo, una striscia positiva che ha generato 10 punti consolidando una rassicurante posizione di centro classifica. Soddisfazione che arriva dopo il punto casalingo di sette giorni fa conquistato contro la corazzata Salernitana in un “Valerio” stracolmo di tifosi ospiti (una mezza vittoria) e il riconoscimento del Cartellino Viola, premio assegnato alla società melfitana per il comportamento nel segno del fair play manifestato dai calciatori nel corso della gara di Martina Franca dello scorso 14 ottobre. A metà ripresa il centrocampista Marsili del Martina rimase a terra nella sua area di rigore, costretto ad uscire per infortunio e a lasciare i suoi in dieci. Con i padroni di casa in vantaggio per 1-0, il melfitano Suarino scelse – su suggerimento dei compagni – di battere il conseguente calcio d’angolo direttamente sul fondo, non approfittando della situazione. Episodio apprezzato a livello nazionale, così come accade per la politica della società presieduta da Peppino Maglione. Alle nostre latitudini un esempio non trascurabile di longevità nel calcio professionistico generata da una gestione sana e oculata. 

 

 

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