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IL bomber di Metaponto zittisce il San Paolo con un gol che vale una vittoria, personale e per la sua squadra. Notte di consacrazione per  Simone Zaza, nato a Policoro il 25 giugno del 1991 che ha fatto sbarrare gli occhi degli spettatori presenti nell’impianto partenopeo che invece hanno dovuto togliersi il cappello dinanzi ad un ragazzo lucano che ha nel cuore la sua Metaponto, frazione di Bernalda. E’ la cosa che più gli piace sottolineare, di essere uno di Metaponto. Al punto da farsi tatuare sul polpaccio della gamba sinistra le Tavole Palatine. Una partita speciale che papà Antonio e mamma Caterina hanno visto da soli, in poltrona a casa.

Cosa è successo al momento del gol?

“Mia moglie Caterina – racconta papà Antonio – mi ha chiesto se era entrata. A dire il vero, non me ne ero reso conto nemmeno io  ed ho temporeggiato. Poi la gioia. Una cosa indescrivibile. Non ci sono parole per commentare tutto quello che ci è passato per la testa. Già nel riscaldamento avevo visto in Simone quello sguardo che conosco molto bene. Era arrabbiato al punto giusto e concentrato al massimo. Sapevo che avrebbe fatto bene”.

Dopo il gol, due baci, perchè?  

“Dopo il gol messo a segno con contro il Livorno aveva baciato il braccio destro dove ha tatuato l’immagine della madre, ho detto scherzosamente a Simone: e a me? Ed eccomi accontentato, quei due baci erano per me e la madre ed è un’immagine che non toglierò mai dalla mia mente. Perchè il gol col Livorno non è servito a nulla, questo invece è valso il primo punto del Sassuolo in serie A”.

Dopo il ko con l’Inter Di Francesco ha cambiato modulo: il 3-5-2 è proprio quello che gli calza a pennello?

“E’ vero. Questo è il modulo che Simone predilige, lui è mancino ed il destro lo usa solo per l’acceleratore”.

Perchè non eravate a Napoli?

“Trattandosi di un turno infrasettimanale, non ci sarebbe stato tempo per salutarci visto che sono ripartiti subito perchè domenica si gioca di nuovo”.

Ha sentito Simone dopo la gara. Cosa ha detto?

“Certo. Lo abbiamo sentito e mi ha detto che non si è accorto di quanta gente c’era e che aveva in mente solo la rabbia di chi vuole dimostrare di non essere una squadra materasso. Simone è caratterialmente molto forte ed è un trascinatore verso tutti i compagni, infatti ho visto che li spronava ed incitava”.

Dopo il gol di Sansone col Torino, altro lucano, al San Paolo è arrivata la prodezza di uno che farà strada perchè ha numeri e testa per farlo, oltre ad un qualcosa che si chiama “attributi” in gergo calcistico. La chance per dimostrare di essere da Juve (e da maglia Azzurra), società proprietaria del suo cartellino, se la giocherà alla grande Simone Zaza. Lui che giocherellava sulla sabbia di Metaponto  ora è diventato un testimonial della sua terra e,  senza dubbi,  un esempio per tutti coloro che credono in quello che fanno, a prescindere da dove siano nati.

r.carpentieri@luedi.it

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