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«METTEREI la firma per arrivare allo scontro diretto del 2 aprile con questo distacco dall’Andria, per poi giocarci tutto al Degli Ulivi». 
Giacomarro sceglie di farsi scivolare addosso la pressione, alla vigilia di un tris di partite (Sarnese, Gallipoli, Grottaglie) che il Potenza non può permettersi di fallire. In realtà, tra l’insidiosa trasferta di questo pomeriggio proprio a Grottaglie e il big match di Taranto del 29 marzo, la capolista potrebbe lasciare qualche punto per strada. E il Potenza dovrà farsi trovare pronto, con quel cinismo troppo spesso mancato a una squadra tanto bella quanto soggetta alle distrazioni. Ma adesso non si scherza più.

Giocando alle 15.30 i rossoblù sperano di poter godere di un maggiore sostegno del pubblico e inizieranno il secondo tempo conoscendo già il risultato delle più dirette concorrenti. Bisogna infatti guardarsi anche le spalle. «Crediamo ancora al primo posto – dichiara Giacomarro – consapevoli che la nostra forza è nella qualità del gioco e nella mentalità che ci fa scendere in campo allo stesso modo in casa o in trasferta. Certo, se non dovessimo riuscirci, bisognerà difendere con le unghie e con i denti il secondo posto. In caso di playoff, la finale del girone vorrei giocarmela al Viviani». 
Ma ci sarà tempo e modo per resettare, eventualmente, gli obiettivi. Con nove partite da disputare, è tempo di guardare ancora alla vetta. 

QUESTIONE DI GAMBE A orientare le scelte saranno soprattutto il fiato e la forza nei muscoli. «E’ difficile lasciare fuori chi sta meglio degli altri come Viola e Catanese, – spiega Giacomarro – nell’ottica di una formazione comunque da disegnare intorno agli under». La vigilia di Potenza-Sarnese è tutta qui. Tre assenze pesanti (Melis, Schettino e Barillari) in una squadra che non dispone certo di un gran numero di alternative rispetto ai titolari. E allora gioca chi sta meglio, perché l’energia nelle gambe influisce anche sulla lucidità mentale con il passare dei minuti. Gran parte dei tanti (troppi) gol subiti dal Potenza in questo girone di ritorno sono arrivati per disattenzioni, non per errori tattici. Serve la massima lucidità, serve tenere attaccata la spina della concentrazione oltre il novantesimo. Altrimenti si rischia di compromettere tutto quanto di buono si costruisce. Se Viola e Catanese devono giocare insieme, inevitabilmente, l’ex melfitano potrebbe spostarsi in difesa. L’ha già fatto in quattro occasioni nel girone d’andata e sono arrivate altrettante vittorie. L’escluso di turno sarebbe a questo punto Lolaico, destinato comunque a tornare utile nel corso del match. Con Viola sul centrodestra del terzetto difensivo (come a Cava), il Potenza aggiunge qualità al primo possesso palla al cospetto di una Sarnese che si schiererà a specchio così come all’andata, quando i granata rifilarono a Palumbo e compagni un pesante 3-1. 

DUBBIO UNDER L’altro dilemma riguarda la sostituzione di Barillari. Il secondo ‘95 obbligatorio (Basso è intoccabile) può essere collocato sulle corsie esterne o in avanti. Per lasciare spazio a Cecconi dovrebbe partire dalla panchina Di Senso, la cui intesa con Palumbo è però una certezza alla quale è difficile rinunciare. Più probabile a questo punto l’inserimento dell’ex agropolese Amendola, visto all’opera solo nelle battute finali della sfortunata trasferta di Vallo della Lucania. Arrivato nel mercato di dicembre con un curriculum di tutto rispetto in categoria, ha faticato a inserirsi nel sistema di gioco di Giacomarro pur non lesinando l’impegno in allenamento. La sua corsia naturale è la destra, con il conseguente spostamento sul lato mancino di Remo Basso. Uno che dove lo metti sta e che all’andata riuscì a trovare anche il gol. Unico lampo di un pomeriggio d’autunno che oggi va vendicato. 

Twitter @pietroscogna

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