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Salvatore Marra continua a non alzare l’asticella. Il suo obiettivo è portare il Potenza quanto prima alla salvezza. Il resto sono chiacchiere, quelle che il tecnico napoletano trapiantato a Modena non ama. Gli piace ponderare le parole, centrando sempre il bersaglio dei messaggi. Che sia la società o un giocatore. Dalla sua fino a questo momento i risultati: con 24 punti in 13 partite ha una media da play-off.

Non trova riduttivo parlare solo di salvezza? Il peggio sembra ormai alle spalle.
«Da quando sono arrivato a Potenza siamo la terza squadra del girone per punti conquistati, sono molto contento. So benissimo che ci siamo conquistati la stima dell’ambiente, ma ora viene il difficile perché dobbiamo confermarci. Questa squadra nell’ultimo mese ha cambiato parecchi interpreti, ringiovanendosi ancora di più se guardiamo l’età media. Numericamente siamo ancora 17 e dobbiamo arrivare a 21/22. Se parlassi ora di altro che non sia la salvezza sarei un venditore di fumo. A risultato acquisito, proveremo a guardare ai playoff».

Dopo la sosta si riparte con due impegni ravvicinati. Quali le insidie?
«Le partite le guardo una alla volta. Spero di arrivare al 6 gennaio con una rosa più ricca e con il pieno recupero dei giocatori che in questo momento non stanno benissimo. Penso a Simeri e De Stefano, che hanno concluso il 2015 in affanno per aver tirato troppo la corda. Affronteremo un Bisceglie che non ha più i nomi altisonanti, ma che comunque a San Severo, pur perdendo, ha fatto un’ottima figura. De Luca è uno dei migliori giovani allenatori della categoria e saprà tirare fuori qualcosa di buono dagli ultimi arrivati».

E’ soddisfatto di come si sta muovendo la società sul mercato?
«Quelli che sono arrivati sono giocatori importanti. Logico che io ragiono da allenatore: mi sarebbe piaciuto integrare i nuovi nel gruppo precedente, senza perdere nessuno. Ho già dato dimostrazione ai ragazzi che con me giocano tutti. Allo stesso modo esistono però le legittime valutazioni della società, che guarda anche all’ottimizzazione dei costi, insieme alla valutazione sulle motivazioni dei giocatori nel far parte di un certo contesto. Posso garantirvi che io non ho pregato nessuno per rimanere: se Simeri avesse manifestato anche una sola volta il desiderio di vestire un’altra maglia, probabilmente sarebbe già altrove come i suoi ex compagni che sono andati via».

Pensa che il mercato invernale possa cambiare le gerarchie del campionato?
«No, in generale credo che le squadre si costruiscono a luglio, specie per quanto riguarda gli under. Ma è normale che un allenatore che subentra, come è capitato a me o a Campilongo a Taranto, cerca di portare qualche suo uomo di fiducia per invertire la rotta».

Quale dei suoi giocatori l’ha sorpresa particolarmente?
«Mi ha colpito la capacità di apprendimento dei più giovani nel sapersi adattare ai cambiamenti di modulo a partita in corso. Penso a Liccardi, Miocchi e Navas che sono stati utilizzati quasi sempre fuori ruolo. Davvero bravi».

E tra gli avversari?
«Tra coppa e campionato abbiamo affrontato Aleksic due volte in quattro giorni e posso dire che ci ha fatto davvero male. E’ un giocatore di categoria superiore. Affrontando il Taranto siamo riusciti a limitare Genchi, che in questo campionato continua a spostare gli equilibri. Il Fondi ha Tiscione e D’Agostino che hanno tantissima qualità».

Chi lo vince questo campionato?
«E’ ancora presto per dirlo. Fondi e Francavilla in Sinni partono dal vantaggio di aver cambiato poco. Taranto e Virtus, per gli investimenti di dicembre, avranno tanta pressione addosso. Il Nardò si è mosso bene, può essere l’outsider».

Twitter @pietroscogna

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