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E’ sempre e comunque un uomo solo. Osannato quando le cose vanno bene, ma anche il primo a salire sul banco degli imputati quando le cose vanno male. L’allenatore, ovunque ed a tutti i livelli, è sempre il primo a pagare e spesso l’esonero è frutto di qualche scelta cervellotica di dirigenti che provano a scimmiottare, maldestramente, i professionisti (dove, tra l’altro, ci sono presidenti tutt’altro che capaci).
Nei Dilettanti calabresi non ci si sottrae dal consueto sistema di cambiare le cose in corsa e nella stagione attuale ciò è avvenuto pure con squadre al comando o nelle zone di vertice. Avremo modo, a fine campionato, di evidenziare certe scelte assurde e incomprensibili. Qui, per adesso, ci limitiamo a rivolgere il nostro pensiero alla categoria degli allenatori ed a certi comportamenti che fanno riflettere. Questo perché a fronte di dirigenti incompetenti o che si fanno prendere dalla frenesia di mandare via il trainer, ci sono anche tecnici che si prestano a certi giochi e giochetti, in barba alle regole (che per alcuni sono soltanto un optional) ed al rispetto che si dovrebbe al proprio collega.
Può capitare, allora, di vedere in panchina dei tecnici che sulla classica distinta non risultano come tali, bensì come massaggiatore! E succede pure che qualcuno cominci la stagione con una squadra e la concluda con un’altra, quando tutti sappiamo che per i tecnici non c’è la possibilità di trasferirsi ad altra compagine dopo l’esonero o le dimissioni a campionato in corso. Male fanno, pertanto, certi allenatori a calpestare le regole e altrettanto male fanno i vari dirigenti che accettano questa situazione, così come è da censurare il comportamento di trainer che si mettono a fare da “prestanome” a chi non avrebbe diritto ad essere la guida tecnica della squadra.
Ci vorrebbe un maggiore controllo da parte del settore tecnico, a livello nazionale e regionale. Basta recarsi ad un qualsiasi allenamento per verificarlo e anche durante la partita si può ben capire la situazione, con il tecnico “di parata” silente in panchina e quello “fantasma” che urla e sbraita dalla tribuna, dando indicazioni alla squadra, con i calciatori che rivolgono spesso il loro sguardo sugli spalti. Tra Eccellenza e Promozione ci sono almeno tre, quattro casi del genere, anche se da più parti ci si affanna a smentire e coprire. Per uno strano scherzo del destino, tuttavia, il tecnico “abusivo” e “nascosto” ha fatto, o sta facendo, peggio del collega al quale è subentrato! Le rispettive dirigenze, pertanto, hanno dimostrato di essere fuorilegge e, ancora una volta, incompetenti!

 

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