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Anche d’estate piove. Anche dopo Caronte, Minosse, Lucifero, ora Ulisse, e tutta la cosmogonia del caldo africano, può arrivare 

la pioggia, che lava via la polvere. Se uno ci riflette sono moltissime le cose che possono succedere, quasi a sfidare le leggi
della fisica, figuriamoci quelle dell’uomo. Succede così che ci si ritrovi a teatro, in un piccolo teatro, quello di Rossano, con appena 100 posti, e che durante la messa in scena di una commedia in vernacolo, un piccola compagnia, I Tinti, decide di andare oltre se stessa. Così questi amatori e amanti del teatro decidono di adottare il Teatro Comunale di Ferrara, 1000 posti con storia e prestigio, lesionato dal sisma di due mesi fa e ora dichiarato inagibile. Non è la prima volta che questa compagnia e l’associazione Carpe Diem si occupano di sociale, poco tempo fa avevano regalato 5 poltrone per la chemioterapia al reparto di oncologia dell’ospedale di Rossano.
E’ una storia di attori, di persone che hanno la voglia di gettare un ponte lontano, che va dalla terra bizantina a quella estense, perchèil terremoto non l’ha scordato nessuno. Certo il teatro non rimuove macerie, però costruisce legami e cementa le comunità, che spesso vanno in pezzi quanto tutto intorno inizia a tremare e nella notte si ha paura e ci si sente soli, con gli occhi sbarrati per la tensione, stretti a se stessi, stretti l’un l’altro a contare i respiri prima che faccia giorno. Così serve un palco, qualunque sia, serve un centro, dove mettere in scena tutto ciò che ci succede, serve per stare insieme, condividere e provare a guardare ancora l’orizzonte, di nuovo, provare ancora a immaginare la propria terra nuova.
Edoardo De Filippo scriveva “Con la tecnica non si fa il teatro. Si fa il teatro se si ha fantasia”. La fantasia a volte è il miglior ingrediente per immaginare la realtà, per cercare uno stimolo, per una risata e una lacrima che portino via i residui della notte che rimangono addosso, sulla  pelle, così profondi che non basta il temporale a spazzarli.
I teatri per il terremoto danno respiro e avvicinano la gente. Quando tutto si fa difficile l’unico cosa che si può fare è respirare, per rendersi conto che si è ancora vivi e che non ci si lascia vivere. La cosa che mi piace immaginare, con una fantasia alla De Filippo, è di essere lì, seduta nella platea del teatro di Ferrara, a guardare uno spettacolo di uno dei laboratori per ragazzi che sia Rossano che Ferrara portano avanti, ad immaginare cosa potrebbe mettere in scena, quali potranno essere le loro speranze su quel palco e poi nella loro vita. Mi piace pensarlo e mi piacerebbe davvero vederlo.
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