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Tanti da non volerli dichiarare, abbastanza per sapere che avrei dovuto/voluto/potuto essere altrove. Quelli giusti per essere  felice. A prescindere da quello che sarà. E’ stato il mio compleanno qualche giorno fa, sono una figlia d’autunno che odora d’estate.  Un compleanno festeggiato, in  grande  stile, con una fuga nel presente lunga tre giorni. Niente ingombri del passato, né angosce di futuro.

Mi sono innamorata del Salento nella mia fuga, ma questa è un’altra storia.
La cosa importante è che mi sono obbligata a pensare a me in termini di addizione, io che amo la sottrazione, io che tolgo, elenco in negativo e ho sempre chiari in mente i non fatti, per una volta ho ragionato sul fatto, il raggiunto, l’ottenuto. Poca cosa, a guardare bene, ma bastevole.

A trent’anni avevo una vita delineata su binari di certezza.  A quaranta (più uno) no.
Precaria nei fatti e nel pensiero. In attesa.  In assenza di bilanci, che a far quadrare i conti c’è sempre tempo e io sono di paese, come le botteghe di un tempo, dove qualche debito si lascia sempre come  augurio di ritorno e nuove spese. 
Poco tempo addietro mi hanno dato della blogger vanitosa, una che attinge dalla sua vita per scrivere e che scrive per piacere agli altri. Sul vanitosa posso anche ragionare, sulla blogger ho strada da fare. Per il resto ammetto le mie colpe. Poi trovatemi chi scrive per farsi destare.

Io sono qui, ora.
Attendo la strada da prendere.  Una strada mi si aprirà davanti, inevitabilmente. 

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