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Il nuovo anno è appena arrivato e ha già sparigliato le carte.
E’ tutto diverso da come era. Non me lo ero immaginato, quindi in realtà non so come avrebbe dovuto essere. Ma è altro da come avrebbe dovuto. Ha cambiato le cose non con la forza prorompente dell’uragano, ma con la capacità di insinuarsi di uno spiffero.
Il primo eclatante, eppure a occhi non adusi impercettibile, cambiamento è stato nei giovedì. Prima, nel lontano 2012, i giovedì erano chiacchiere e confidenze, pettegolezzi e condivisione. Sostegno reciproco, ecco cosa erano. Camuffati da pranzo.
Si aprivano con un antipasto ricco, seguiva, quasi sempre, una carbonara, la coca cola divisa, le bottigliette d’acqua. Si chiudevano con il caffè. Poi la giacca sulle spalle e il rientro nella routine. Rinfrancate dall’esserci. A certi giovedì facevano seguito dei venerdì. Il menu era lo stesso. Inconscio salvataggio tra amiche.

Ora non ci sono più i giovedì di una volta. La vita ci ha travolto o ci sta travolgendo. In un caso sicuramente in meglio e ne sono felicissima, in un altro, il mio, lo scoprirò solo vivendo, ma penso positivo (già che siamo in tema di citazioni musicali). Come un mulo cui si toglie il peso dalla schiena, ci vuole tempo prima che riesca a sentirsi leggero. Il condizionamento è forte. E io ho paura. Del noto e dell’ignoto. Ho una linea temporale confusa, appena riuscirò a capire quale è il mio mondo, vedrò chiaro. Del resto sono un’astigmatica controversa. La mia  linea non è mai stata dritta.
Comunque sia il risultato è uguale. Sono in lutto. Gramaglie da giovedì. Paradossalmente, nonostante sia in gioco il tutto, è l’unica cosa che temo di perdere. Siete voi. A natale ci siamo regalate delle agende. Beh, usiamole. Decidiamo quale e quando, di volta in volta, sarà il nostro giovedì. E segnamolo. Con il cuore che  batte. Per non perderci di vista.

Mi scuso per essere tornata con un “non” post, dopo tanto tempo avrei dovuto tirare fuori una di quelle cose ad effetto, che spingono i miei lettori più affezionati a darmi della disturbata (gratis, lo faccio gratis) ma ci sono cose che la mia testa deve mettere su carta. Necessariamente. 

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