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Torneo delle Regioni: un altro flop che parte da lontano.

La recente avventura della Rappresentativa Juniores della Calabria al Torneo delle Regioni si è rivelata un altro flop.
Ancora una volta tre sconfitte e un bilancio che diventa pessimo se si guarda alle ultime cinque edizioni: 1 vittoria, 2 pareggi e 12 sconfitte, con 11 gol fatti e 26 subiti.
Abbiamo perso con tutti, non solo con regioni di peso come Lombardia e Puglia, ma finanche con Basilicata e Umbria, Abruzzo e Marche, Umbria e Molise.
Quali i motivi di questi flop?
Sono tanti, non ascrivibili ai pur validi selezionatori che si sono alternati alla guida delle Rappresentative Juniores in questi anni. Potrei star qui a scrivere parecchio, ma non lo farò. Mi limito solo ad evidenziare alcune problematiche.
1) Mancano portieri validi e soprattutto attaccanti che segnano. Tutti gli allenatori, con qualche eccezione, schierano gli under sugli esterni. Ma di terzini che vanno sul fondo e ti mettono un pallone al centro come si deve, non ce ne sono. Quindi mancanza di coraggio degli allenatori.
2) Dirigenti troppo esigenti. Vogliono tutto e subito. Non danno tregua ai tecnici, ai quali non viene dato il tempo di far crescere i ragazzi. Se non arrivano i risultati l’esonero è dietro l’angolo. E quindi chi sta in panchina di rischi non se ne prende più di tanto.
3) Genitori che pensano di avere per figli tanti piccoli Messi e Ronaldo. In molti li vedi aggrappati alla rete. Bisbigliano contro il tecnico. Si lamentano quando non fa giocare il proprio figlio. Magari sono anche dirigenti e pensano di sapere tutto di calcio, tecnica e tattica.
4) Procuratori arrangiati o pseudo tali, che propongono a destra e manca giovani scarsi, scarsi, scarsi, pur di guadagnare 500 o mille euro. Che squallore! Anche qui ci sono delle eccezioni, ovviamente, ma in giro ho visto di tutto. Ma le colpe sono di quelle società che danno credito a certi maneggioni.
5) Settori giovanili fatti all’acqua di rose. Dovrebbero essere il serbatoio per la prima squadra. Ma vengono gestiti male. Si guarda spesso al risultato e non alla crescita del ragazzo.
6) Scuole calcio gestite spesso per fare cassa. Basta vedere chi allena i bambini, come li allena e come si comporta durante le partitelle dei bambini (anche qui, sia chiaro, non bisogna fare di tutta l’erba un fascio).
7) Morale della favola: la regola degli under obbligatori si è rivelata inutile. Si crea ugualmente un commercio di giovani e le società non risparmiano, ma spesso spendono di più. E l’under, quando esce fuori dalla fascia dell’obbligo, finisce spesso in categorie inferiori o non gioca più. Il flop della Juniores, l’ennesimo, è dovuto anche a questa serie di fattori. O ce ne sono altri?

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