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La Procura di Catanzaro

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CATANZARO – Ieri era toccato ai sindaci del Cosentino (LEGGI), oggi decine di sindaci della provincia di Catanzaro hanno presentato un esposto alla procura del capoluogo calabrese e a quella di Lamezia Terme, nonché al prefetto di Catanzaro, al ministero dell’Interno e al presidente della Regione Calabria, per chiedere l’applicazione dell’articolo 438 del codice penale, che tutela la salute pubblica, contro quello che chiamano “flusso indiscriminato” dal Nord.

I sindaci, compresi quelli di Catanzaro e Lamezia Terme, scrivono che «la situazione non consente più indugi in quanto risulta elevatissimo il rischio di diffusione epidemiologico da coronavirus con un apparato infrastrutturale totalmente inadeguato a fronteggiare l’epidemia».

«A tutela della collettività che rappresentiamo e del bene salute, diritto costituzionalmente garantito – spiegano i primi cittadini – si chiede ai Procuratori di Catanzaro e di Lamezia Terme, per competenza, di azionare, ove ne ricorrano i presupposti, l’articolo 438 del codice penale che tutela la salute pubblica, considerata quale insieme di condizioni di igiene e sicurezza della vita e dell’integrità fisica o salute della collettività, messa in pericolo dalla diffusione di germi patogeni».

Secondo i primi cittadini firmatari, «l’eventuale presenza di nuovo flusso indiscriminato di dimoranti provenienti dalle Regioni del Nord – prosegue l’esposto – espone le locali popolazioni al rischio di vero e proprio attentato al bene pubblico della salute tenuto conto che vengono esposte a pregiudizio le condizioni di igiene e sicurezza della vita e dell’integrità fisica della collettività, che costituiscono appunto la salute pubblica».

«Come già, purtroppo, è capitato, il danno-evento – concludono i sindaci del Catanzarese – consiste nella concreta diffusione del Covid 19 attraverso il contatto con popolazioni provenienti da Regioni del Centro Nord. Peraltro, si ricorda che la ratio dell’art. 438 del codice penale trova i suoi presupposti nella rapidità della diffusione, la diffusibilità ad un numero notevole di persone e l’ampia estensione territoriale del male».

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