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Nicola Gratteri alla mostra per i 30 anni della Dia

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CATANZARO – Sbarca a Catanzaro, nello storico Palazzo di Giustizia, la mostra “Antimafia Itinerante” che ripercorre i primi 30 anni di storia della Direzione Investigativa Antimafia. L’occasione dell’inaugurazione di ieri, però, leva forte e chiaro non solo l’invito alla memoria ma, dalle parole del Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, soprattutto un richiamo alla responsabilità nei confronti della politica.

 «Vorrei che questa mostra non fosse vista solo dai ragazzi. – ha infatti esordito – La Dia ha pensato a questa mostra soprattutto per le scuole, ed è un pensiero nobile, ma vorrei che venissero i politici e i parlamentari a vedere i pannelli esposti, soprattutto quelli che raffigurano le stragi, e che li guardassero prima di andare in aula a discutere dell’ergastolo ostativo, dell’ordinamento penitenziario o della legge sui collaboratori di giustizia». Proprio alla politica Gratteri ha infatti affibbiato «il 90% delle colpe», confermando che, rispetto alla necessità di apportare sostanziali modifiche al sistema di contrasto alle mafie, non ne vede «nemmeno il barlume di volontà». «C’è bisogno della guerra», ha tuonato il Procuratore della Repubblica, «e bisognerà soprattutto ragionare in termini organici alle modifiche normative, per far funzionare meglio il sistema e aumentare le garanzie, diminuendo al contempo i margini di manovra di chi non vuole che il sistema funzioni».

In direzione delle giovani generazioni, ha poi continuato Nicola Gratteri, la speranza è dunque quella che «guardare le immagini di questa mostra serva loro a conoscere la storia recente del nostro Paese e affinché facciano un processo mentale che li porti a non farsi prendere in giro da quegli adulti che non parlano più di contrasto alle mafie».

 La mostra itinerante, che vede in Catanzaro la sua seconda tappa calabrese, dopo il taglio del nastro di ieri per mano del Prefetto di Catanzaro, Maria Teresa Cucinotta, sarà dunque aperta dal 1 al 4 febbraio dalle 9.00 alle 17.00, non solo a giovani studenti delle scuole e delle università ma a tutti i cittadini. «Vogliamo avvicinare la gente, soprattutto le giovani generazioni, ad avere ben presente cos’è la mafia, cos’è l’antimafia e ciò che è possibile fare per contrastare la mafia», ha dichiarato nel merito il Direttore della Dia, Maurizio Vallone, presente all’evento. «Vedo soprattutto in questa regione che c’è molta rassegnazione da cui ne deriva grande migrazione – ha continuato – e se riuscissimo a trattenere qui queste energie e queste capacità, la regione farebbe nel giro di pochissimo tempo un salto economico, culturale e professionale estremamente grande».

Sul timore che le mafie possano infiltrarsi nella gestione dei soldi del recovery fund, ha poi aggiunto Vallone, «saremo pronti, a fianco dei prefetti con le nostre attività preventive, per impedire che anche un solo euro di questi fondi arrivi alla criminalità organizzata. Siamo assolutamente convinti che loro ci proveranno, ma siamo altrettanto convinti che noi riusciremo a evitare queste infiltrazioni».

Dal Prefetto Cucinotta, infine, un primo pensiero rivolto ai giudici Falcone e Borsellino, poi la sottolineatura circa l’importanza della mostra inaugurata ieri «non solo perché ripercorre l’evoluzione straordinariamente attuale della Dia, ma anche perché richiama ed esalta un messaggio nei confronti delle giovani generazioni, affinché rispetto a certi fatti non cali l’oblio e resti sempre alta l’attenzione sui valori della legalità e sul disvalore delle mafie».

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