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Cristiano De André

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CATANZARO –  “Via dell’amore vicendevole – tour live 2014” fa tappa a Catanzaro in occasione del “Magna Graecia Film Festival”. Il cantautore genovese Cristiano De André torna con una nuova tourneè in Calabria dove si esibirà in duo acustico con il chitarrista Osvaldo Di Dio. Uno spettacolo in cui riprende brani degli album come Scaramante, ma anche De Andrè canta De Andrè e poi, l’artista promette soprese… Il concerto è domani alle ore 22 in piazza Brindisi. In attesa dello spettacolo, gli abbiamo fatto qualche domanda. 

Ha iniziato a fare musica da giovanissimo. Quali sono i cambiamenti musicali che la caratterizzano? 

«Ho un impostazione prevalentemente classica. Ho fatto varie esperienze, ho imparato a suonare il piano e poi la chitarra da autodidatta anche attraverso le canzoni di mio padre. Ho imparato a suonare anche il buruchim, uno strumento di derivazione araba». 

Sì, infatti lei è definito artista polistrumentale e nella sua musica ci sono varie influenze, giusto? 

«Si, è vero ci sono anche strumenti d’influenza araba come l’Oud, molto interessante che porterò nella tourneè autunnale. In De Andrè canta De Andrè ho voluto fare un omaggio a mio padre, ed ho rivisto le canzoni a mio modo, in una chiave più rock. Mi piace quando definiscono la mia musica “World”, riconoscendomi una contaminazione che deriva da varie esperienze». 

A proposito di De Andrè canta De andrè, cosa ha rappresentato per lei quel tour? 

«Ho visto la gente emozionarsi ed ho riscoperto mio padre. Ci sono stati ragazzi di 16 anni che hanno scoperto le canzoni di mio padre. Dopo questa tourneè ho avuto la consapevolezza di aver fatto bene». 

“Dietro la porta”, canzone rivelazione a Sanremo e premio della critica. Cosa c’è dietro la porta di Cristiano De Andrè ora? 

«In questo momento ci sono tante belle cose. Sono felice per quello che sto facendo, per la mia vita, per i miei figli. A 52 anni posso dire di non essere mai stato così bene».

Invisibili, il brano scritto con Fabio Ferraboschi, è la canzone che celebra i suoi 20 anni. Come erano? 

«Erano anni di piena lotta sociale, di crisi dei valori, l’oscurantismo della politica. Per un ventenne era difficile accettare quella situazione. In quegli anni, molto importante è stata la musica. Consiglio a tutti di riascoltare la musica degli anni ‘70. Sono stati anni di grande svolta. Ma è arrivata la droga, l’eroina anche su Genova. I governi hanno portato questo male. La droga, ha sterminato una generazione. Io mi sono salvato, perché avevo la musica». 

Cosa ci dice della Calabria? 

«La Calabria è una terra che mi piace, e dove mi piace tornare per le sue cose belle. E’ una terra di cultura, di arte, profumi. Mi piace il dialetto, ma anche il mare e poi le donne, le cosiddette donne più belle! Dovevo tornare e lo faccio con un concerto di 2 ore e un quarto».

Per lei la vacanza è… 

«Sulla spiaggia ma non solo disteso al sole, mi piace stare in movimento. Andare in barca».
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