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CATANZARO – «Moderata soddisfazione», è questo il giudizio espresso dalla famiglia Frangipane e dall’avvocato Pierfrancesco Granata per la sentenza pronunciata nei confronti di Andrei Valentin Epure, accusato di omicidio colposo per avere travolto ed ucciso il piccolo Matteo Battaglia ad agosto 2013 sulla strada statale 106. Ma a questo giudizio non del tutto negativo, segue una dura critica nei confronti della gestione dell’inchiesta e del tipo di reato contestato. 

La famiglia materna e il legale evidenziano, in una nota, forti dubbi: «In attesa di leggerne le motivazioni esprimiamo moderata soddisfazione per la sentenza di condanna emessa stamattina. Infatti, pur essendo stata affermata la piena responsabilità penale dell’imputato e con tutte le conseguenze risarcitorie, osserviamo che la misura della pena inflitta appare modesta rispetto alla gravità del fatto». 

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In particolare, la famiglia afferma: «Pur consapevoli che nessuna sentenza potrà mai restituire alla vita Matteo, esprimiamo disappunto per il ruolo particolarmente negativo che nella vicenda ha avuto l’Ufficio della Procura di Catanzaro che ha condizionato negativamente e irreversibilmente l’esito del processo dapprima gestendo con estrema superficialità la conduzione delle indagini e poi errando nella formulazione del capo di imputazione, omettendo, nonostante le sollecitazioni della parte civile e del Tribunale, di provvedere anche in extremis alla correzione dell’errore. Epure Andrei Valentin andava infatti processato per omicidio volontario con dolo eventuale (come stabilito dalla recente sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione sul caso ThyssenKroup) o in subordine – è scritto in una nota – per omicidio colposo aggravato, la qual cosa avrebbe di certo inciso di molto sulla misura della esigua pena inflitta. Di fatto di qui a poco Epure Andrei Valentin tornerà in libertà e nulla lascia sperare che non ripeterà gli stessi reati».

Anche il Coisp, Sindacato indipendente di polizia, ha espresso «forti perplessità» sulla decisione dei giudici: «Siamo abituati a non commentare le sentenze – ha affermato il segretario regionale Giuseppe Brugnano – ma appare evidente che in questo caso esistono forti dubbi sulla condanna stabilita. Il problema, però, è a monte, dal momento che lo Stato italiano non riconosce ancora il reato di omicidio stradale. Per questo motivo – ha aggiunto – auspichiamo che il Governo possa portare a termine in brevissimo tempo l’iter per il riconoscimento di questo reato. Il Governo Renzi non deve tardare ancora in questa riforma di assoluto valore sociale, oltre che morale”.
Il Coisp, inoltre, ha voluto “stringersi alla famiglia del piccolo Matteo, con un abbraccio simbolico alla madre del piccolo, alla quale esprimiamo sentimenti di vicinanza e l’incoraggiamento a proseguire nel suo impegno per avere giustizia». 

L’associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106”, tutti gli iscritti, il Gruppo “Basta Vittime Sulla S.S.106” ha espresso «sentimenti di solidarietà, vicinanza ed affetto alle famiglie Frangipane-Battaglia che dopo aver perso il piccolo Matteo, di 11 anni, oggi apprendono che l’assassino ha ottenuto una condanna di 2 anni e 4 mesi».
 
L’associazione ricorda di «aver aderito al movimento in favore della introduzione della legge sull’omicidio stradale e si determinerà già nei prossimi giorni per inviare alle più alte cariche dello Stato un documento in cui, illustrando il caso del piccolo Matteo – è scritto in una nota – solleciterà l’introduzione di una pena più severa per chi, in modo irresponsabile, diviene un assassino sulla strada statale106 e, più in generale su ogni strada». Il sodalizio, infine, «intende abbracciare idealmente la mamma del piccolo Matteo. A Giusi esprimiamo il nostro più vivo e forte sostegno affinché il suo dolore, la sua rabbia e la sua profonda delusione possano diventare un motivo in più per andare avanti».

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