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Chiedono il pagamento di cinque mensilità arretrate e l’attuazione della legge che li riguarda. La protesta continuerà anche domani

LAMEZIA TERME (CATANZARO) – Sono da stamani sul tetto della struttura del Centro agroalimentare di Lamezia Terme, i dipendenti della Fondazione Terina che stanno protestando contro la situazione in cui versa l’ente in house della Regione Calabria. I dipendenti, infatti, lamentano la mancata attuazione della legge di riforma 24/2013 oltre che il mancato pagamento di cinque mensilità arretrate.

Nel corso della protesta, stamani, un dipendente colto da una crisi nervosa ha tentato di buttarsi dal tetto ma è stato fermato dai suoi colleghi.

L’uomo, poi, viste le condizioni di forte stress, è stato portato al pronto soccorso. La protesta, nonostante ci sia stata una convocazione per domani alle 12.30 alla cittadella regionale per un incontro con il presidente della Regione Mario Oliverio, non si ferma e “proseguirà – affermano i dipendenti – fino a quando non otterremo risposte concrete”.

 

IL SINDACO. «Pur comprendendo che ci possano essere difficoltà economiche dietro la mancata corresponsione di mesi di stipendi arretrati – ha commentato il sindaco di Lamezia Terme Paolo Mascaro – non è più possibile accettare la totale indifferenza della Regione, che non riesce a dare seguito ai diversi tentativi di dialogo e di trattative che da mesi prima i lavoratori e poi la stessa Amministrazione comunale di Lamezia Terme, che ha dedicato all’argomento apposita seduta consiliare, hanno rivolto appellandosi all’attuazione, seria e concreta, del diritto al lavoro, per come dalla carta costituzionale garantito. La Regione Calabria, ad oggi, ha ignorato la valenza di un’eccellenza tecnologica nel campo della ricerca agroalimentare, non soltanto lasciando fuori la Fondazione da eventuali progetti di promozione e valorizzazione ma soprattutto disattendendo l’applicazione della Legge regionale n. 24/2013 e non dando seguito a quanto proficuamente emerso nel corso del dibattito del Consiglio comunale dello scorso 3 novembre. In detta occasione, infatti, erano state tracciate alcune soluzioni per porre rimedio a questa sofferta vicenda, avanzando fattibili proposte che non possono, ovviamente, prescindere da un deciso intervento della Regione stessa. Come può la Regione Calabria ignorare un polo di eccellenza che potrebbe offrire diversi vantaggi non soltanto economici ma di competitività a livello internazionale nel campo della ricerca e dell’innovazione per ciò che concerne qualità agroalimentare e sicurezza alimentare? Ed è ancora più inaccettabile constatare l’inerzia del Governo regionale di fronte alla disperazione di tante famiglie lasciate sole da chi dovrebbe, invece, tutelarne i diritti e garantire una vita dignitosa».

«Mi appello personalmente, prima da cittadino e dopo da Sindaco della terza Città della Calabria, ad una celerità di risposte e ad una prontezza di intervento che possano restituire dignità ai tanti lavoratori che oggi, da quel tetto, gridano giustizia e che attendono un segnale netto ed inequivocabile sulla definitiva volontà di risoluzione del problema».

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