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CATANZARO – Scuola e disabilità. Se la campanella non suona per tutti. Negato il diritto allo studio ad una ragazza diversamente abile che frequenta il liceo Scientifico “Siciliani”. Un diritto conclamato e costituzionalmente previsto ma ancora una volta disatteso sin dal primo giorno di scuola per M.C., una ragazza affetta da una grave patologia congenita, riconosciuta come “persona handicappata in situazione di gravità” che ha la necessità, come previsto dalla legge 104/92, di essere assistita oltre che da un’insegnante di sostegno, anche di un operatore sanitario che, ad oggi, nessuna delle istituzioni preposte è stato in grado di garantire. Un problema che si ripropone nuovamente, con tutte le problematiche che ne derivano e che si ripercuotono su una madre, Monica, che durante lo scorso anno scolastico ha dovuto “supplire” per alcuni mesi fino a quando Regione e Provincia non sono intervenute colmando temporaneamente e per l’anno in corso l’insopportabile situazione di disagio, sottraendo di fatto delle ore alla propria attività professionale per assistere sua figlia. La storia inizia lo scorso anno. Monica inscrive sua figlia al Liceo presentando tutta la documentazione che la riguarda. Il plesso accoglie la ragazza e attiva tutte le procedure necessarie per garantirle il diritto allo studio. Assistenza alla persona compresa.

Tra lungaggini burocratiche, interrogazioni parlamentari a firma di Paolo Parentela che proprio nei giorni scorsi ha rilanciato la questione chiedendo un incontro urgente all’assessore regionale Federica Roccisano, battaglie legali intraprese dall’avocato Giulia Anna Pucci, finalmente, a marzo, ben cinque mesi dopo l’inizio delle lezioni, la Regione ha disposto l’erogazione di un contributo per tramite della Provincia di Catanzaro di 4.139,00 euro per il periodo di assistenza che va dal 21/4/2016 al 4/06/2016. Tutto risolto? Neanche per sogno. L’anno scolastico ricomincia e i disagi sono sempre gli stessi. In data 7 settembre l’avvocato Pucci, difensore della signora Monica, invia formale richiesta di delucidazioni, a mezzo pec, al settore pubblica istruzione della Regione Calabria senza tuttavia ricevere riscontro. A seguito di comunicazione intercorsa tra il legale e i responsabili regionali del settore pubblica istruzione e per come appreso dagli uffici comunali nonchè dall’istituto frequentato dalla ragazza, le risorse destinate all’assistenza alla persona dell’alunna risultano essere oggettivamente insufficienti e inadeguate a garantire il servizio specialistico, in quanto appena 665 euro (derivanti dall’anno 2015), mentre l’istruttoria dell’anno 2016 è tutt’ora in corso e in attesa di definizione, così come risulta dalla documentazione in possesso della scuola e inviata dalla Regione al Comune, quindi trasmessa dal Comune alla scuola. Risorse insufficienti che non consentono al liceo di espletare un bando per garantire l’assistenza alla persona.

La campanella suona ma M.C. non riuscirà, dunque, a rispondere presente. Oltre all’assistenza alla persona, infatti, altro grave problema che deve affrontare la famiglia della ragazza è quello del mezzo di trasporto, poichè la famiglia non è in possesso, al momento, di un mezzo proprio, condizione che pone la giovane nell’impossibilità totale di andare a scuola. L’art. 8 della legge 104/92, nell’ambito delle misure di inserimento e di integrazione sociale del disabile, sancisce la effettività del diritto allo studio e il diritto ad avvalersi di trasporti specifici. La battaglia continua e alla luce di quanto è stato determinato, l’avvocato Pucci e il parlamentare Parentela chiedono un incontro urgente all’assessore al ramo teso ad affrontare le problematiche che che investono il delicatissimo caso della studentessa. Con la legge regionale n.14/2015 la Regione Calabria ha riassunto, infatti le funzioni delegate alle provincie, tra cui il diritto allo studio. «L’evidente ritardo della Regione rispetto all’inizio dell’anno scolastico – dirà il deputato Paolo Parentela in un intervento di qualche giorno fa che ha avuto il merito di mettere in risalto l’angosciosa vicenda – può costare caro a tutti i ragazzi disabili che, come M.C., hanno bisogno di iniziare da subito le attività anche per evitare di compromettere irrimediabilmente il percorso educativo di questi ragazzi. Sono disponibile ad incontrare l’Assessore Roccisano, insieme alla famiglia di M.C., per risolvere il problema della ragazza e di tutti gli studenti calabresi nelle sue condizioni» Ad oggi dalla cittadella regionale non è arrivata alcuna risposta. La battaglia di M.C. e della sua famiglia è una battaglia che riguarda tutti i ragazzi diversamente abili che frequentano la scuola secondaria del capoluogo. Un intervento risolutivo da parte delle istituzioni consentirebbe, infatti, di trovare una soluzione per i tanti casi di disagio che albergano nell’istituzione scolastica. Propio come è accudato lo scorso anno per la scuola primaria, quando la battaglia e il coraggio di una coppia di genitori (affiancati dalll’avvocato Pucci) ha permesso che il caso fosse attenzionato dai media regionali e nazionali e al Comune di Catanzaro di espletare il bando in tempi record garantendo così, anche per l’anno in corso, il diritto all’assistenza dei ragazzi disabili. E per la scuola secondaria? Si attendono risposte.

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