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Il taglio del nastro con Minniti e Simona Dalla Chiesa

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LAMEZIA TERME (CATANZARO) – La lotta alla ‘ndrangheta passa dalla Calabria e, soprattutto, attraverso il lavoro instancabile delle forze dell’ordine e della magistratura che hanno avviato un importante percorso. Ad evidenziarlo è stato il Ministro dell’Interno, Marco Minniti, nel corso della cerimonia di inaugurazione della ristrutturata caserma dei Carabinieri di Lamezia Terme (Catanzaro), con la contemporanea elevazione del presidio da Compagnia a Gruppo. Stesso provvedimento anche a Gioia Tauro, dove Minniti è intervenuto pomeriggio evidenziando il potenziamento in termini di uomini e mezzi e nuove e funzionali caserme che rientrano in una manovra finalizzata a rafforzare il dispositivo di controllo del territorio dell’Arma in una Regione ad alto indice di criminalità organizzata, dove opera una tra le più potenti organizzazioni criminali.

A Lamezia: Minniti, Mascaro e Gratteri

Le parole del ministro calabrese sono state particolarmente dirette, nel corso dell’intervento pronunciato alla presenza dei vertici dell’Arma dei Carabinieri, del procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, del presidente della Regione, Mario Oliverio, e di tante altre autorità. (Nella foto a sinistra: Minniti, Mascaro e Gratteri)

La lotta alla ‘ndrangheta

Partendo dalla lotta alla ‘ndrangheta, Minniti ha detto: “Qui in Calabria si gioca la sfida decisiva per combattere la ‘ndrangheta in tutta Italia”. Davanti al tenente colonnello Massimo Ribaudo, che guiderà il nuovo Gruppo Carabinieri di Lamezia Terme, il Ministro ha evidenziato l’impegno dell’Arma dei Carabinieri nel contrasto alla criminalità organizzata: “Da oggi Lamezia e la Calabria saranno più sicuri. Siamo qui per inaugurare questa bellissima struttura, moderna ed efficiente, e la Compagnia viene elevata a Gruppo, che dipenderà dal Comando provinciale con un nuovo Nucleo investigativo importante per questa parte della Calabria, con il rafforzamento dell’Arma dei Carabinieri in Calabria”.

Secondo il Ministro, “quello di oggi è il risultato del successo, dell’impegno, della passione delle donne e degli uomini dell’Arma dei Carabinieri che hanno consentito di rendere l’Italia più forte e più solida. Tutto questo – ha concluso Minniti – è frutto del lavoro straordinario di messa in campo della poderosa iniziativa di legalità e prevenzione”.

L’Italia più forte

Partendo dalla situazione calabrese, Minniti ha evidenziato anche la condizione della sicurezza in Italia: “L’Italia oggi è meno debole”, ha detto il Ministro dell’Interno, aggiungendo: “Se non avessimo avuto questo background e questa storia nella lotta al terrorismo interno e alla criminalità organizzata, non avremo oggi queste qualità ed un elemento importante è che tutto questo avviene in una programmazione di normale forza e non solo di emergenza, con la presenza dell’Arma sul territorio che sarà ancora più massiccia”.

La storia di Dalla Chiesa

Minniti ha anche ricordato l’anniversario della morte del generale Dalla Chiesa, alla presenza della figlia Simona, madrina della cerimonia: “Domenica ricorderemo l’anniversario della morte del Generale Dalla Chiesa – ha detto – lui che è stato un pezzo di storia straordinaria del nostro Paese”. 

Il ruolo di Gioia Tauro

Durante la cerimonia tenuta, invece, a Gioia Tauro, Minniti ha evidenziato il ruolo del porto: “Il porto di Gioia Tauro è la porta del Mediterraneo, un’infrastruttura che deve essere completamente controllata dallo Stato e non dalla ‘ndrangheta”.

“Qui – ha sottolineato il Ministro – c’è uno dei player più importanti della ‘ndrangheta nel traffico degli stupefacenti e qui nello scalo portuale si gioca una partita cruciale per la sicurezza dell’Italia”.

Gratteri e la Calabria più sicura

Soddisfatto per il “nuovo corso” della giustizia in Calabria anche il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, che a margine della cerimonia ha affermato: “La sicurezza a Catanzaro è aumentata da almeno un anno, perché nel corso di un anno abbiamo arrestato quasi duecento persone solo nel circondario di Lamezia con Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza”.

Secondo Gratteri, si tratta di “una giornata importante perché l’istituzione di un Gruppo non è solo una sigla ma vuol dire concretamente l’inserimento di più uomini, una maggiore attenzione e una maggiore qualità”. Un potenziamento che si inserisce anche con quello relativo alla magistratura: “Il 2 novembre – ha ricordato Gratteri – arriveranno sei pubblici ministeri e speriamo che il Ministero possa nominare presto il nuovo procuratore aggiunto di Catanzaro, con la discussione al Csm che inizierà già lunedì”.

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