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LAMEZIA TERME (CATANZARO) – Ennesimo episodio di stalking in Calabria questa volta coinvolgendo due giovani poco più che ventenni.

L’accusa è “… Perché, con condotte reiterate, molestava la vittima così da cagionarle un perdurante e grave stato di ansia e da costringerla ad alterare le proprie abitudini di vita, evitando di uscire da sola e di frequentare altri ragazzi …”. 

In seguito a questa accusa è stata eseguita dai Carabinieri di Lamezia Terme una ordinanza di custodia cautelare personale emessa dal locale Tribunale nei confronti di un giovane lametino che dovrà rispettare il divieto di avvicinamento ai luoghi della presunta vittima.

Un caso di stalking che, purtroppo, «matura – scrivono gli inquirenti – fra giovanissimi ragazzi, nell’ambito di quelle relazioni che dovrebbero costituire momenti ed esperienze felici della crescita e invece, come in questo caso, si trasformano in un vero e proprio incubo. La storia fra i due non dura molto, solo qualche mese, ma il giovane C.S. classe ’97 mostra sin da subito il lato geloso e possessivo del proprio carattere. Continue le scenate di gelosia scatenate anche dagli espedienti più banali, che spingono la giovanissima compagna ad interrompere quella frequentazione assillante. Ma è proprio da quel momento che, per la ragazza, ha inizio il tormento».

I carabinieri spiegano che «il suo ex continua ad assillarla minacciando il suicidio e, in diverse circostanze, facendo perdere le proprie tracce per giorni senza informare i propri familiari. In una occasione si barrica persino in un appartamento minacciando di togliersi la vita se lei non lo avesse raggiunto. Ma non solo. Oltre a fare “terra bruciata” intorno alla ragazza rivolgendosi ai suoi amici e intimando loro di non frequentarla per tentare di isolarla costringendola a ritornare da lui, tentava di contattarla utilizzando profili social falsi».

Tutte condotte che «hanno inevitabilmente violato la libertà morale della vittima costringendola, a causa del permanente stato di ansia e preoccupazione nonché di paura generata dai continui preannunciati atti suicidari, a mutare le proprie abitudini di vita. Una debordante invasività di atti vessatori che ha obbligato la ragazza, nonostante la sua giovane età, ad evitare di uscire di casa da sola e di frequentare altri ragazzi a riprova dello stato di ansia e destabilizzazione della serenità e dell’equilibrio psicologico vissuto dalla stessa».

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