X
<
>

L'ospedale "Pugliese" di Catanzaro

Condividi:
3 minuti per la lettura

CATANZARO – Avrebbe percepito regolarmente la retribuzione, per più di 538.000 euro complessivi, ma per oltre quindici anni non si è mai recato in servizio. Si tratta di un uomo di 67 anni, Salvatore Scumace, residente a Botricello, dipendente dell’Azienda ospedaliera “Pugliese – Ciaccio” di Catanzaro.

Le indagini sono state condotte dai militari del Comando provinciale della Guardia di finanza di Catanzaro, su disposizione della Procura, e hanno coinvolto dipendenti, funzionari e dirigenti dell’ospedale.

Si tratta di Salvatore Scumace, al centro dell’operazione denominata “Mezzo servizio”, Nino Critelli, (61 anni di Catanzaro), Vittorio Prejanò (classe 64, di Catanzaro), Maria Pia De Vito (68 anni di Montepaone), Domenico Canino (62 anni, di Catanzaro), Laura Fondacaro (52 anni, di Soverato) e Antonio Molé (53 anni, di Catanzaro), a cui è stato notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari nell’ambito dell’inchiesta per assenteismo dei pubblici dipendenti.

Le indagini, dirette dal sostituto procuratore Domenico Assumma, con il coordinamento del procuratore aggiunto Giancarlo Novelli e del procuratore della Repubblica Nicola Gratteri, hanno condotto all’iscrizione a vario titolo delle sette persone sul registro degli indagati in relazione ai delitti di abuso d’ufficio, falso ed estorsione aggravata.

Gli accertamenti del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di finanza di Catanzaro hanno consentito di rilevare che Scumace, già in organico all’Azienda, nel 2005 era stato assegnato al Centro Operativo Emergenza Incendi (C.O.E.I.) dell’ospedale catanzarese. ù

Tuttavia, per quanto ricostruito attraverso l’esame dei tabulati di presenza, dei turni di servizio e delle testimonianze di alcuni suoi colleghi e superiori, Scumace, pur percependo regolarmente la retribuzione (per più di 538.000 euro complessivi), per oltre 15 anni non si è mai recato in servizio.

Per raggiungere il suo obiettivo, peraltro, Scumace aveva fatto ricorso anche a condotte estorsive, perpetrate per mezzo di altri soggetti nei confronti dei propri superiori. Ciò avveniva in particolare nel 2005, quando, secondo quanto ricostruito dalle indagini, “una persona molto distinta” si sarebbe introdotta senza preavviso nell’ufficio della responsabile del C.O.E.I. (oggi in congedo ed estranea alle indagini) e, operando velate ma inequivocabili minacce all’incolumità sua e dei suoi familiari, la costringeva a soprassedere dalle segnalazioni disciplinari nei confronti del dipendente assenteista.

Successivamente, al pensionamento della responsabile intimidita, le condotte assenteistiche di Scumace proseguivano indisturbate in quanto sia Critelli, subentrato responsabile del C.O.E.I., che i due dirigenti dell’Ufficio Risorse Umane (Prejanò e De Vito), tutti indagati, in concorso con Scumace, per abuso d’ufficio, omettevano di adempiere ai controlli sull’effettiva presenza in servizio del dipendente, consentendogli di fatto di proseguire nel suo reiterato assenteismo.

Nel luglio del 2020, quando sono iniziati gli approfondimenti investigativi della Guardia di finanza, anche attraverso l’analisi dei tabulati telefonici degli ultimi due anni dell’indagato, l’Azienda ha avviato un primo procedimento disciplinare nei confronti di scumace, affidato a un’apposita commissione composta dagli ulteriori indagati Canino (Presidente), Molé e Fondacaro (Membri). La commissione, tuttavia, a fronte della palese condotta assenteistica di Scumace, concludeva per l’insussistenza della possibilità di avanzare un addebito disciplinare nei suoi confronti. Per tale ragione, i tre sono stati iscritti nel registro degli indagati per il reato di falso in atto pubblico e abuso d’ufficio.

Successivamente all’archiviazione del primo procedimento disciplinare, la Direzione Aziendale del nosocomio catanzarese promuoveva una seconda verifica che si concludeva, nel mese di ottobre 2020, con il licenziamento senza preavviso del dipendente.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE