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La botola dove furono trovati i resti di Ventura

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LAMEZIA TERME – La Corte d’Appello di Catanzaro ha confermato 30 anni di carcere per il mandante dell’omicidio dell’ex carabiniere e fotografo lametino Gennaro Ventura.

Anche per i giudici di secondo grado Antonio Domenico “Mimmo” Cannizzaro è il mandante dell’omicidio, così come sentenziò la Corte d’Assise di Catanzaro (a maggio 2017) che condannò Cannizzaro anche al risarcimento dei danni alle parti civili (i familiari di Ventura).

Dopo il killer (il collaboratore di giustizia Gennaro Pulice, condannato a 10 anni in primo grado dal gup con il rito abbreviato e a 7 anni e 8 mesi in appello, una sentenza che ha amareggiato molto i familiari di Ventura) in appello è stata confermata la sentenza anche per chi avrebbe ordinato l’omicidio.

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Il presunto mandante, è stato indicato da Gennaro Pulice, collaboratore di giustizia, che rivelò di essere stato lui il killer di Ventura su mandato di Cannizzaro. Due collaboratori di giustizia, come si ricorderà, fecero riaprire il caso Ventura fino all’arresto del presunto mandante, Antonio Domenico Cannizzaro, detto Mimmo, 52 anni, che finì a processo insieme a chi si autoaccusò di aver ucciso il fotografo ed ex carabiniere Gennaro Ventura. Oltre a Pulice, diede un contributo alle indagini anche Pietropaolo Stranges, collaboratore di giustizia da gennaio 2014, sulle cui dichiarazioni si incentrò molto la linea difensiva per Mimmo Cannizzaro, ritenuto il capo dell’omonima cosca.

In particolare la difesa di Cannizzaro chiese e ottenne che al processo venissero ascoltati l’ex moglie di Pietropaolo Stranges, Giuseppina Cannizzaro (sorella di Domenico) e il cognato di Stranges, Domenico Cannizzaro (cugino dell’imputato). E questo perchè l’ex moglie di Stranges e Domenico Cannizzaro (teste) avrebbero riferito a Pietropaolo Stranges il movente dell’eliminazione di Ventura. Circostanze che in aula i due testi smentirono.

La svolta alle indagini a luglio 2015 (dopo un primo procedimento archiviato) dopo le rivelazioni di Gennaro Pulice (e prima ancora di Stranges) che a quasi 20 anni dall’omicidio rivelò il presunto mandante e il movente, indicando Cannizzaro che avrebbe ordinato l’eliminazione di Ventura per vendetta poichè – secondo le accuse – la vittima da carabiniere in servizio a Tivoli, fece arrestare e condannare (per una rapina di un quantitativo di droga da un laboratorio di un perito chimico a Roma), Raffaele Rao, cugino di Cannizzaro.

Ventura fu ucciso il 16 dicembre del 1996 e i resti furono ritrovati il 25 aprile 2008 in un vecchio casolare di campagna in una cisterna sotto il pavimento utilizzato per la vendemmia. Pulice portò Ventura nel luogo del delitto con la scusa di un servizio fotografico, uccidendolo con un colpo di pistola in testa

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