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La sede di Fondazione Terina

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LAMEZIA TERME (CATANZARO) – Gennarino Masi, presidente della Fondazione Mediterranea Terina Onlus, ha indirizzato una lettera al ministro della Giustizia, ai vertici della procura e del Tribunale di Catanzaro e Vibo Valentia e al presidente della Regione Calabria, per invitarli a prendere in considerazione come luogo dove celebrare il processo Rinascita-Scott della Dda di Catanzaro, con quasi 500 imputati, l’area ex Sir nel territorio di Lamezia Terme.

«Nella mia qualità di presidente della Fondazione Mediterranea Terina Onlus – scrive Masi – ente strumentale della Regione Calabria con sede ed attività nell’area ex Sir del Comune di Lamezia Terme, mi permetto di intervenire con una proposta che ritengo di più agevole, economica e pronta soluzione al problema determinato dall’obbligo di rispetto delle norme di distanziamento sociale imposte dall’emergenza Coronavirus».

LE DICHIARAZIONI DI GRATTERI SULL’AULA BUNKER

Masi, in sostanza, chiede di creare «un’aula bunker» per il processo nei locali gestiti dalla Fondazione Terina «in comodato gratuito», un «cospicuo numero di immobili di proprietà della Regione, ubicati al centro della Calabria e vicini all’aeroporto internazionale di Lamezia Terme, alla stazione ferroviaria di Lamezia Terme Centrale ed agli svincoli di Lamezia e Pizzo dell’autostrada A2. Gli stessi sono dotati di un ampio parcheggio, nonché di un servizio di vigilanza h24».

Si tratta, spiega Masi, «di immobili pubblici vuoti e di rilevante dimensione più prossimi al Tribunale di Vibo Valentia, e tra essi vi è l’enorme immobile di oltre 3.000 metri quadri, concesso a suo tempo alla società Abramo Customer Care Spa e finora adibito a sede di un call center».

«A fine mese – aggiunge Masi – il call center lascerà quei locali per trasferirsi altrove. Questo immobile, già completo di tutti i servizi, potrebbe facilmente, con una spesa all’incirca di qualche centinaio di migliaia di euro, essere trasformato in un’aula bunker, sicuramente consona a consentire in modo più che soddisfacente sia il rispetto di tutte le misure di distanziamento sociale, sia un risparmio per il bilancio dello Stato che, a leggere la stampa, si aggirerebbe addirittura intorno a sei milioni di euro se, come sembra previsto, si concretizzerà l’ipotesi al vostro vaglio, di installare per l’occorrenza una tensostruttura che, già enormemente più costosa e meno funzionale, alla fine dovrebbe anche essere rimossa».

Infine, il presidente della Fondazione Terina spiega: «Ove le dimensioni dell’immobile dovessero apparire eccessive rispetto alla bisogna, mi preme fare presente che la Fondazione ha in gestione parecchi altri immobili di dimensioni più contenute ed anch’essi vuoti ed agevolmente adattabili allo scopo».

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