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Nicola Gratteri

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CATANZARO – «Questa è ‘ndrangheta di serie A». Non ha dubbi il procuratore distrettuale antimafia di Catanzaro, Nicola Gratteri, nell’introdurre i lavori della conferenza stampa a distanza con cui è stata illustrata l’operazione Farmabusiness, in cui è sfociata l’inchiesta condotta dai carabinieri dei Comandi provinciali di Catanzaro e Crotone e coordinata dal suo aggiunto Vincenzo Capomolla e dai sostituti Domenico Guarascio e Paolo Sirleo, che avrebbe fatto luce sui tentacoli della super cosca di Cutro, il cui “capostipite” è il boss ergastolano Nicolino Grande Aracri, sul mercato farmaceutico e sul coinvolgimento del presidente del consiglio regionale Domenico Tallini, agli arresti domiciliari per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio.

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Dopo aver rivolto un plauso a «colleghi straordinari» e «investigatori di prim’ordine», Gratteri ha ceduto la parola a Vincenzo Capomolla, che ha fornito i dati salienti di un’indagine impegnativa, «con cospicue attività di intercettazione e acquisizione documentale», che svela la «capacità pervasiva» di una cosca un grado di «condizionare ampi settori dell’economia e del mondo istituzionale e politico».

L’iniziative imprenditoriale di distribuzione all’ingrosso di prodotti farmaceutici e parafarmacetuci è stata, infatti, avviata con capitale riconducibile alla cosca.

Capomolla si è anche soffermato sul ruolo di Tallini per la «grande influenza non solo di carattere politico, ma sugli uffici pubblici della Regione Calabria»; del resto, da assessore al Personale “propose” uno dei vertici del dipartimento alla Tutela della salute, al cui interno fu istituito un gruppo deputato al rilascio dell’autorizzazione.

Inoltre, Tallini avrebbe «trovato un anello di congiunzione con un imprenditore catanzarese capace di relazionarsi con politica, amministrazione pubblica e esponenti della criminalità organizzata catanzarese e cutrese».

La cosca, caratterizzata da «avidità rapace», aveva a sua disposizione una «rete di commercialisti e imprenditori che consente la realizzazione dei suoi interessi». Il comandante provinciale dei carabinieri di Catanzaro, colonnello Antonio Montanaro, ha evidenziato che i Nuclei investigativi di Crotone e Catanzaro hanno eseguito l’ordinanza, a carico di 19 persone (11 in carcere e 8 ai domiciliari), anche in Emilia e Umbria.

«L’indagine è incentrata sulle attività dei Grande Aracri e le proiezioni a Catanzaro, dove hanno legami col clan dei gaglianesi, con particolare riferimento alle iniziative imprenditoriali avviate col capitale illecitamente accumulato». Ma sono stati delineati anche «i nuovi assetti della cosca dopo le operazioni che negli anni hanno colpito gli esponenti di vertice, in particolare l’operazione Kyterion», e il “profilo imprenditoriale” con il sofisticato progetto di costituzione di una società con sede a Catanzaro per la distribuzione all’ingrosso di farmaci da banco non prescrivibili e parafarmaceutici per la vendita in franchising in farmacie e parafarmacie; una ventina in Calabria, un paio in Puglia, una in Emilia.

Il comandante del Reparto operativo dei carabinieri di Crotone, maggiore Danilo Cimicata, ha parlato di una ‘ndrangheta che «solo residualmente usa metodi violenti e penetra nel mondo economico per riciclare capitali sporchi nel mercato farmaceutico, nella green economy e nel gaming, ma anche mediante attività più tradizionali come la sovrafatturazione di lavori nell’edilizia e il controllo dei villaggi turistici».

Gli inquirenti si sono soffermati anche sul ruolo dell’avvocato Domenico Grande Aracri, fratello del boss Nicolino, ai domiciliari per  intestazione fittizia delle società impegnati e nella distribuzione dei farmaci e il reimpiego dei capitali illeciti.

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