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Il tribunale di Lamezia Terme

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LAMEZIA TERME (CATANZARO) – Il pm Santo Melidona ha chiesto il rinvio a giudizio (udienza fissata dal gip De Nino per il prossimo 14 dicembre) nei confronti di cinque persone in qualità di Rup (responsabile unico procedimento) per lavori assegnati dalla Fondazione Terina. Le procedure per gli appalti (tra il 2014 e il 2016) finirono nel mirino della Procura della Repubblica di Lamezia e della Guardia di finanza e a gennaio scorso Il pm Santo Melidona spedì i finanzieri dai Rup, accusati di falsità ideologica.

Il pm ora ha chiesto il processo per Giuseppe Morello, 63 anni di Palermo, Pasqualino Burgo, 42 anni diSan Mango d’Aquino, Mariano Antonio Burgo, 43 anni di Martirano, Antonio Tommaso Mendicino, 52 anni di Martirano Lombardo e Carmine Rizzuto, 48 anni di Cosenza. Secondo le accuse, Morello, in qualità di esperto tecnico scientifico nominato dal Miur (Ministero istruzione università e ricerca) avrebbe attestato falsamente, all’autorità di gestione, nella relazione tecnico scientifica finale integrativa in data 16.5.2016 che “il soggetto attuatore ha portato a conclusione gli interventi di un progetto di valenza strategica per il territorio in cui è sito”, mentre i sopralluoghi eseguiti dalla polizia giudiziaria (finanza) avrebbero constatato l’incompletezza di talune opere e l’assoluta inservibilità di altre.

E nelle loro qualità di Rup presso la Fondazione Terina, Pasqualino Burgo, Antonio Mariano Burgo, e Tommaso Antonio Mendicino, avrebbero formato certificati di regolare esecuzione delle opere attestanti ideologicamente fatti in parte non rispondenti al vero per ciò che riguarda il reale soggetto esecutore di lavori indicato nell’appaltatore in luogo del/i diverso/i in tutto o in parte – esecutore/i nonostante l’esplicito divieto di subappalto e in assenza di pertinenti comunicazioni alla stazione appaltante.

A Pasqualino Burgo, Antonio Mariano Burgo e Rizzuto, viene inoltre contestato anche di aver – secondo le ipotesi accusatorie – falsamente attestato (sempre in qualità di Rup in altre procedure) nei relativi certificati di regolare esecuzione, la regolarità di opere non effettivamente completate e/o non realizzate a regola d’arte da parte delle imprese aggiudicatrici.

Numerose, infatti, sono le imprese aggiudicatarie di lavori assegnati dalla Fondazione Terina e passate al vaglio della finanza che in una informativa ha messo nero su bianco rispetto a quanto emerso nel corso delle indagini. Tutte le accuse, infatti, sono contenute in una corposa informativa di reato della Guardia di Finanza (datata gennaio 2019) che ha interessato anche il progetto di formazione e potenziamento “research infrastructure for food life and safety” oltre che l’appropriazione di alcune somme di denaro destinate al pagamento di spese di viaggio o di soggiorno, non riconducibili nè a docenti, nè a formandi del corso di alta formazione e potenziamento del progetto “research infrastructure for food life and safety” (ipotesi d’accusa però non contemplate nella richiesta di rinvio a giudizio).

L’indagine della Finanza, infatti, prende spunto da un esposto anonimo in cui si denunciavano gravi, numerosi e ripetuti illeciti (tra il 2013 e 2016) nella gestione della Fondazione Terina, beneficiaria di incentivi per complessivi 14.650,000,00 euro per l’attuazione del progetto “research infrastructure for food life and safety” programmato dal ministero dell’Università e Ricerca (Miur) che prevedeva lo svolgimento di alta formazione e il potenziamento delle strutture e delle dotazioni scientifiche e tecnologiche già esistenti presso la Fondazione.

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