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Il tribunale di Catanzaro

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LAMEZIA TERME (CATANZARO) – Assolti presunto mandante e complice del killer (in abbreviato a luglio scorso era stato assolto anche il presunto killer).

La Corte d’Assise di Catanzaro, ha, infatti, assolto anche Vincenzo Torcasio, 41 anni (ritenuto il mandante dell’omicidio di Enzo Di Spena) e Antonio Villella, 45 anni, detto “crozza” (ritenuto complice dell’azione di morte) tutti ritenuti personaggi di spicco della cosca Torcasio. A luglio scorso era stato assolto anche Pasquale Torcasio, 41 anni, alias “carrà”, ritenuto l’esecutore materiale (in concorso con Villella) dell’omicidio del sorvegliato speciale Enzo Di Spena ucciso poichè avrebbe fatto un affronto a Vincenzo Torcasio. 

L’agguato di stampo mafioso avvenne 20 anni fa, mentre 19 anni dopo il delitto per i tre imputati giunse il rinvio a giudizio su richiesta della Dda sulla base anche delle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia riscontrate con le indagini del commissariato di Lamezia e della Mobile di Catanzaro. 

La vittima, la sera del 7 novembre 2001, mentre stava facendo rientro a casa intorno alle 20 a bordo di un motorino in contrada Muzio, fu raggiunto da diversi colpi di pistola calibro 45 esplosi da distanza ravvicinata da un killer con il volto travisato da un passamontagna. Di Spena fu portato in ospedale – i soccorritori furono avvertiti dalla moglie della vittima che in auto precedeva il marito a bordo del motorino – ma spirò durante un intervento chirurgico. Le indagini fin da subito batterono la pista dello scontro fra cosche.

I Torcasio, in particolare, avrebbero deciso l’eliminazione di Di Spena dopo che quest’ultimo avrebbe qualche mese prima dell’agguato picchiato pesantemente Vincenzo Torcasio per questioni verosimilmente personali. Sarebbero stati Vincenzo e Nino Torcasio (quest’ultimo ucciso nel 2002 e all’epoca dei fatti era ritenuto il capo della cosca Cerra – Torcasio a seguito della scissione della cosca unitaria Cerra – Torcasio – Giampà) a decidere l’eliminazione di Di Spena dando così mandato – secondo le accuse – a Pasquale Torcasio, Villella e Domenico Zagami (ucciso nella guerra di mafia alla vigilia di ferragosto del 2004) di agire.

Nei giorni precedenti all’agguato i killer avrebbero studiato le abitudini della vittima anche nei pressi della sua abitazione al fine di individuare il momento propizio per agire. Alla fine, però, nei due processi di primo grado, le accuse per i tre imputati non hanno retto.

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