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VICENZA – Dopo essere stato condannato a 4 anni e mezzo di reclusione per l’accusa di corruzione, Simone Notarianni, originario di Motta Santa Lucia (Catanzaro), viene completamente scagionato dalla Corte di Appello di Venezia.

La sentenza di assoluzione «perché il fatto non sussiste» è stata emessa negli scorsi mesi nei confronti dell’agente di polizia penitenziaria Simone Notarianni, arrestato nel 2017 nell’ambito di un’indagine della polizia su un traffico di droga in carcere e ipotesi di corruzione legate ad un passamano di cellulari e schede sim con intestatari fittizi (LEGGI) dietro compensi economici.

Notarianni era già stato assolto per le accuse riguardanti gli stupefacenti nel processo di primo grado, e in appello è arrivata anche l’assoluzione per la seconda accusa.

«Era l’unica sentenza possibile, è la rinascita del mio cliente» ha dichiarato nell’immediato l’avvocato Matteo De Meo che ha smontato le contestazioni, evidenziando come le accuse del detenuto Mattia Iovine non fossero credibili – «per la Cassazione, eccentrico» – e come l’altro testimone non potesse essere tale.

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