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A sinistra, il luogo dell'omicidio. In alto a destra Claudio Paola; in basso a destra Antonio Monteleone

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Due condanne per l’omicidio di Luigi Trovato, avvenuto la sera del 7 marzo 2022 nella centralissima piazza Borelli a Lamezia Terme

LAMEZIA TERME – Diciotto anni e 8 mesi di carcere per Claudio Paola, 36 anni, detto “trachinu” (difeso dall’avvocato Giacomo Iaria) e 12 anni e 4 mesi per Antonio Monteleone, 23 anni (difeso dall’avvocato Armando Chirumbolo). Entrambi reo confessi dell’omicidio (LEGGI) di Luigi Trovato. Omicidio avvenuto il 7 marzo 2022 nella centralissima piazza Borelli al termine di uno scontro fra due gruppi. Scontro carico di tensione con tanto di speronamento e inseguimento di auto.

Ma oltre che per concorso in omicidio volontario, sono finiti a processo anche per tentato omicidio volontario plurimo nei confronti di Luigi, detto Gino, Trovato di 52 anni, del fratello Luciano di 37 anni, e di Pasquale D’Angela di 34 anni.

Questa la sentenza di primo grado emessa dal gup di Lamezia Domenico Riccio. Sentenza emessa al termine del processo celebratosi con il rito abbreviato nei confronti dei due. Per i quali il pm Giuseppe Falcone aveva chiesto pene da un minimo di 21 a un massimo di 30 anni.

CONDANNE OMICIDIO LUIGI TROVATO, LA PISTOLA NON RITROVATA

I due imputati si costituirono ai carabinieri dopo qualche ora dal delitto di Luigi Trovato. L’uomo fu soccorso dai sanitari del 118 che trovarono la vittima distesa sul luogo del delitto, in piazza Borelli. Poi trasportata in ospedale ma poco dopo deceduta.

Ai carabinieri Paola raccontò anche di aver lanciato l’arma dal finestrino, verso il fiume. Quell’arma (una calibro 9 x 21 utilizzata per l’omicidio di Luigi Trovato e del ferimento del fratello Luciano e di Pasquale D’Angela) che i carabinieri (gruppo subacqueo di Messina) non rinvennero nelle acque del torrente Piazza. Là dove Paola aveva riferito di averla gettata (un’altra pistola, una 6.35, è stata consegnata ai carabinieri da Monteleone).

La parte civile, i familiari della vittima, ha chiesto il risarcimento e il gup ha disposto che il risarcimento dovrà essere stabilito in separata sede.

Luciano Trovato e Pasquale D’Angela oltre a Franco Trovato, furono indagati dalla Procura per violenza privata e minacce nei confronti di Monteleone e Paola. Il coinvolgimento di Franco Trovato emerse durante le indagini poiché avrebbe fatto parte pure lui, con un’altra auto, allo speronamento dell’auto con a bordo Monteleone e Paola. Per questa vicenda non si è proceduto per mancanza di querela secondo la legge Cartabia.

La dinamica dell’omicidio

Nella serata di lunedì 7 marzo 2022, intorno alle 19, i carabinieri intervennero dopo una chiamata al 112 trovando sul posto la vittima. Rinvennero anche i bossoli (15) delle pistole utilizzate dai due condannati individuati grazie alle immagini delle telecamere di videosorveglianza installate nell’area. Lo scontro fra i due gruppi conclusosi con il piombo è stato originato da una lite avvenuta dopo una minaccia il 5 marzo 2022 al Milan club del quartiere Bella. In quell’occasione Monteleone avrebbe minacciato di morte Franco Trovato. Minaccia concretizzata puntandogli contro un fucile intimandogli di allontanarsi per essere nemico dello zio “battero”, Domenico Chirico, e un’aggressione con calci e pugni del 6 marzo 2022 a Luigi Trovato di Paola e Monteleone in piazza Mazzini davanti al bar che era gestito da Luigi Trovato.

Claudio Paola e i fratelli Trovato sono rimasti coinvolti nelle stesse inchieste antimafia della Dda contro boss, affiliati e gregari della cosca Giampà. In particolare, le operazioni Medusa di giugno 2012 e Perseo di luglio 2013. Per le quali Claudio Paola è stato condannato (e scontato la pena oltre due anni fa) mentre i fratelli Trovato ne sono usciti assolti.

Dalle immagini immediatamente visionate dai carabinieri, emerse che i due gruppi sono giunti con auto inseguendosi, scesi dalle auto Paola e Monteleone iniziarono a sparare (Paola salì anche su un’auto per sparare) all’indirizzo di Luigi Trovato che aveva cercato una fuga a piedi per cui è stato rincorso, così come all’indirizzo del fratello Luciano e di D’Angela, per poi allontanarsi dal luogo con l’auto con cui erano giunti in piazza Borelli a quell’ora trafficata e con tanta gente.

La precisazione dei familiari

In merito all’articolo pubblicato in data 14 luglio i familiari di Paola e Monteleone assistiti dal collegio di difesa composto dagli avvocati Armando Chirumbolo e Giacomo Iaria dichiarano quanto segue facendo riferimento all’agguato Trovato avvenuto nella serata del 7 marzo 2022.

«Preme fare una rettifica sulla verità dei fatti accaduti, innanzitutto Paola e Monteleone quella sera stavano per rincasare nelle loro abitazioni quando sono stati inseguiti e speronati dai fratelli Trovato da 3/4 macchine a tutta velocità senza lasciare loro via di fuga e dove lo testimoniano anche i video.

Immediatamente senza pensarci su due volte Paola e Monteleone hanno deciso di consegnarsi ai carabinieri e accusarsi di quanto accaduto, perché sapevano che era la cosa più giusta da fare, d’altronde sapevano benissimo di essersi soltanto difesi, stavano appunto rincasando non avrebbero mai avuto intenzione di fare del male a nessuno nè in quel momento e né tantomeno in altre circostanze se non soltanto per difendere la propria vita, cosa che farebbe chiunque.

Camminavo armati quella sera è vero ma soltanto perché erano minacciati di morte dai Trovato da diverso tempo. Inoltre si intende fare una precisazione sulla vicenda accaduta. La sera del 5 marzo, trovato Franco si è recato presso il Milan club di bella ove hanno accesso soltanto i soci tesserati quindi lui non aveva accesso ma comunque è entrato ubriaco fradicio e cominciando a minacciare di morte sia Monteleone che Paola (pur non essendo presente in quel momento) come lo confermano i testimoni interrogati dai Cc, a Tal punto senza minaccia alcuna e senza tirar fuori nessuna arma (invenzione pura di Trovato Franco) è stato invitato ad uscire fuori dai presenti.

Inoltre I fratelli trovato sono stati indagati all’epoca dei fatti dalla procura per violenza privata nei confronti di Paola e Monteleone ma nel 2023 con l entrata in vigore della legge Cartabia senza regolare denuncia non si è potuto procedere nei loro confronti in quanto Paola e Monteleone non hanno sporto denuncia e pertanto è decaduta. Tutta la famiglia Trovato si è costituita parte civile chiedendo un risarcimento danni ma tale richiesta non è stata accolta dal Giudice e pertanto si dovrà discutere in separata sede».

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