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L'area Ilsap a Lamezia Terme

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Assolta in via definitiva per la Ilsap sul caso di una presunta truffa aggravata nella percezione di erogazioni pubbliche


LAMEZIA TERME – La sentenza è definitiva: assolta la Ilsap s.r.l.. Per la società pontina dei fratelli Martena, operativa in Italia da diversi anni nel settore del biodiesel (con impianto anche nell’area industriale di Lamezia), viene meno ogni tipo di addebito.

La sentenza di primo grado del tribunale penale di Napoli di settembre scorso è divenuta ora irrevocabile. Definitiva in quanto non impugnata in appello. A carico della società, assolta con la formula “perché il fatto non costituisce reato”, vi era l’accusa di truffa aggravata nell’ambito di erogazioni pubbliche.

La vicenda risale al 2014 ed è relativa a contributo pubblico di circa 11 milioni e mezzo di euro. Finanziamento erogato in parte dall’Unione europea ed in parte dal ministero dello Sviluppo Economico. L’azienda beneficiaria dei contributi statali, l’Ilsap srl, aveva sede legale a Latina e stabilimento produttivo nell’area industriale di Lamezia Terme. Si sarebbe dovuta impegnare nella realizzazione di progetto di natura scientifica. Il progetto doveva avere ad oggetto studio, sperimentazione, l sviluppo e produzione di un innovativo carburante “bioavio”. Il prodotto era destinato all’aeronautica civile e agli impianti di produzione di energia alimentati da turbine a gas.

Tale combustibile da biomassa, sarebbe stato ottenuto dalla lavorazione degli scarti di macellazione, in particolare da carcasse di bovini. Doveva essere utilizzato per alimentare turbine per la produzione di energia elettrica. Ma anche per diluire il gasolio utilizzato nell’aviazione civile in modo da ridurre l’inquinamento e, in particolare, le emissioni di co2.

Tuttavia – secondo quanto la Finanza di Catanzaro avrebbe scoperto durante le indagini – non sarebbe emerso l’avvio di alcuna significativa attività di studio e ricerca. Alla fine le indagini fecero scattare, a ottobre 2014 – su ordine del gip di Velletri – oltre al sequestro del un capannone industriale di Lamezia, anche l’arresto (poi revocato) dei fratelli Maurizio, Salvatore e Roberto Martena di Sabaudia, imprenditori nel settore della produzione di carburanti e titolari dell’Ilsap, e l’obbligo di dimora ad un professore ordinario di una nota università napoletana e ad un altro soggetto. Tutti coinvolti a vario titolo nella presunta truffa ai danni dello Stato e dell’Unione europea per il percepimento di contributi pubblici.

Erano stati inoltre sequestrati i conti correnti, le quote sociali e tutte le disponibilità mobili ed immobili riconducibili ai soggetti fino alla concorrenza della cifra indebitamente percepita. I titolari dell’Ilsap, in pratica, al fine di ottenere l’erogazione del contributo – secondo le accuse – avrebbero fatto uso di fatture e documenti falsi. Documenti che dimostrassero il sostenimento di spese e costi, in realtà – secondo l’impianto accusatorio – insussistenti. Inoltre, la fase di studio del progetto produttivo si sarebbe, di fatto, svolta fuori dalla Calabria. Con personale che non avrebbe partecipato all’attività di ricerca e, per la maggior parte, non avrebbe mai neanche visto la sede di Lamezia. Le indagini consentirono, peraltro, di accertare che il docente universitario, in relazione al progetto Ilsap, sarebbe stato beneficiario di somme in denaro confluite nei suoi conti personali.

A causa del procedimento penale e della revoca del contributo, la Ilspap s.r.l. ha subìto l’azzeramento dei fidi bancari, la revoca dei fidi concessi e “un notevole danno d’immagine difficilmente quantificabile”. Attualmente la società ha un fatturato annuo di circa cinquanta milioni di euro all’attivo ed oltre cinquanta dipendenti assunti.  L’intuizione imprenditoriale avuta nel 2004 – dichiarano i titolari Maurizio e Roberto Martena – è stata attuata e portata avanti nonostante la diffidenza iniziale del pubblico e il procedimento penale azionato. L’idea imprenditoriale ne è risultata comunque vincente in quanto oggi svariate compagnie petrolifere multinazionali hanno convertito le loro raffinerie per produrre biodiesel. Anche se è arrivata l’assoluzione, pende in danno ad Ilsap s.r.l. una cartella esattoriale derivata dalle indagini del processo penale che potrebbe compromettere il futuro della società”.

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